Perché in estate il terriccio delle piante da interno si asciuga più in fretta (e come mantenerlo umido)
Perché in estate il terriccio delle piante da interno si asciuga più in fretta (e come mantenerlo umido)
Scritto da Massimo Tortorici, 28 Giu 2025. Pubblicato in Caffè Tropicale.
Un utile focus sugli elementi che causano il maggior consumo di acqua estivo nelle piante, da interno e non solo.
Quando arriva il caldo estivo, tutte/i noi amanti di piante da interno ci accorgiamo che il terriccio delle nostre verdi coinquiline si asciuga con una velocità sorprendente. La spiegazione più istintiva è: “Fa caldo, l’acqua evapora più in fretta, il terriccio si asciuga prima”. Ed è vero, in parte… ma non è il motivo principale. In questo articolo approfondiremo i fattori principali che sono alla base dell’asciugatura del substrato e faremo un focus sull’importanza di non sottovalutare questo tema per determinati tipi di piante.
Il vero responsabile: la luce, ore ed intensità
Quello che accade con l’avvicinamento, e poi con l’arrivo dell’estate è una decisa accelerazione del metabolismo delle piante. Ciò che incide davvero e che provoca questa accelerazione è l’aumento della luce, tanto in termini di ore giornaliere, quanto in termini di intensità.
Durante i mesi primaverili ed estivi, la durata dell’esposizione alla luce quasi raddoppia rispetto all’inverno. Si passa da un minimo di 7-8 ore di luce poco intensa, tipicamente invernale, a 14-15 ore di luce intensa in estate (intensità che ha un incremento ancora maggiore se parliamo di un ambiente esposto a sud o ad ovest).
Questo stimolo luminoso più forte e prolungato accelera tutti i processi vitali della pianta:
- aumenta la fotosintesi;
- attiva maggiormente l’apparato radicale;
- le foglie consumano più acqua per mantenersi turgide e attive.
Il risultato? Il substrato si prosciuga più rapidamente non tanto perché “fa caldo”, ma perché la pianta sta letteralmente bevendo di più, in risposta al surplus di luce.
L’impatto del caldo: aumenta la traspirazione fogliare
La temperatura ha comunque un ruolo importante: il caldo intensifica infatti la traspirazione, cioè la perdita d’acqua attraverso le foglie. Anche in casa, se la temperatura supera i 25-26°C, la pianta tende a disperdere più umidità per mantenere l’equilibrio interno. Per capire meglio quanto aumenti la traspirazione in estate, basta pensare ad un fenomeno che si verifica spesso in primavera e in autunno: la guttazione, vale a dire il “gocciolamento” della foglie delle piante che letteralmente “piangono acqua”. Ecco, in estate le piante continuano ad espellere acqua dagli stomi, i pori presenti sulle loro foglie, ma non la vediamo perché la temperatura alta la fa evaporare in poco tempo, senza permettere che si costituiscano delle gocce.
Attenzione se spostate le vostre piante all’esterno: il terriccio si asciuga ancora più in fretta. Questo perché oltre a ricevere più luce, la pianta è sottoposta a temperature molto maggiori rispetto all’ambiente indoor. Fondamentale quindi innaffiare con frequenza almeno doppia rispetto a quanto si farebbe tenendo la pianta all’interno.
E se la pianta ha poco spazio nel vaso?
Questo è un fattore spesso trascurato ma cruciale, che può essere una vera e proprio aggravante nella manutenzione di una pianta da interno in estate: lo spazio disponibile per le radici.
Una pianta che arriva all’estate troppo stretta nel suo vaso, vale a dire con un bilanciamento radici-substrato nettamente a favore delle prime, sta a significare che la quantità di substrato è ridotta rispetto alla norma e quindi:
- il terriccio si asciuga ancora più velocemente;
- non riesce a trattenere abbastanza acqua/umidità tra un’annaffiatura e l’altra;
- le radici, compresse, faticano ad assorbire correttamente l’umidità residua.
In questi casi, è fondamentale rinvasare la pianta, anche se siamo in estate: consente alla pianta di affrontare la stagione calda con più risorse, un substrato più arioso e una riserva d’acqua più stabile.
Quali piante da interno presidiare maggiormente in estate
Alcune piante da interno, in particolare quelle tropicali, sono originarie di ambienti dove luce, calore e umidità sono costanti tutto l’anno. Tra queste troviamo:
- Calathee
- Marante
- Dieffenbachie
- Anthurium
- Scindapsus
- Alocasie
- Begonie
- Philodendron
Queste piante non tollerano l’essiccamento completo del terriccio: anche un solo episodio di disidratazione può causare foglie accartocciate, crescita rallentata o perdita di turgore. E una volta danneggiate, non sempre è facile farle riprendere. Dal piccolo elenco sopra sono escluse, per ovvi motivi, le piante succulente, ma anche piante come Monstere, Pothos (Epipremnum), Strelitzia, Ficus. Anche loro sono di origine tropicale e anche loro gradiscono l’umidità a livello radicale; ma sono un po’ meno delicate. Le loro radici più spesse possono infatti sopportare qualche ora, anche giorno di secco in più, rovinandosi più lentamente rispetto alle radici più sottili e delicate appartenenti alle piante della lista incriminata. È quindi fondamentale per le piante più delicate avere il substrato sempre umido, non zuppo, umido, e in estate può capitare di non riuscirci sempre.
Come mantenere costante l’umidità del terriccio
Per evitare che il terriccio si asciughi oltre il limite, si possono adottare alcune strategie semplici ma molto efficaci:
- Controllare spesso il substrato: infila un dito nel terriccio ogni 2-3 giorni e annaffia appena senti i primi centimetri asciutti.
- Riconoscere i sintomi da disidratazione: ogni tipo di pianta ha i suoi: Calathee e Marante accartocciano le foglie verso l’interno, lo Scindapsus verso l’esterno, le Dieffenbachie afflosciano la parte apicale dei fusti. Anticipare la comparsa di questi sintomi in estate sarebbe meglio, ma nel caso non ci riusciate, sempre meglio intervenire non appena si verificano.
- Usare conetti auto-irriganti: volete stare tranquille/i? Uno strumento pratico ed economico come gli irrigatori automatici Blumat Classic può risolvere del tutto il problema. Rilasciano infatti l’acqua nel terriccio in maniera inesorabilmente costante, mantenendo un livello altrettanto costante di umidità e riducendo lo stress idrico della pianta. E non è tutto: eliminando un elemento di stress (eventuale secco radicale), permettono di mantenere un ritmo di crescita delle piante adeguato alla stagione (spesso in estate rallenta, o si ferma); per ulteriori approfondimenti leggete questo articolo.
Tiriamo le somme
In conclusione, in estate le piante da interno entrano in una fase di attività intensa e richiedono più acqua e più attenzione. Le specie tropicali, in particolare, hanno bisogno di un’umidità costante a livello radicale per restare in salute. Monitorare la luce, il caldo, lo stato del vaso e utilizzare strumenti come i conetti auto-irriganti può fare la differenza tra una pianta che soffre e una che prospera anche nei mesi più caldi. Come sempre, non credete ma verificate quanto leggete, la logica di fondo c’è, non rimane che applicarla e vedere che succede.