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Come far rifiorire un’Orchidea

Scritto da Massimo Tortorici, 27 Feb 2024. Pubblicato in Caffè Tropicale.

Tutto quello che bisogna sapere per far fiorire nuovamente le proprie Orchidee

Le Orchidee. Tra le poche piante che, durante il loro ciclo di vita passano dall’essere considerate bellissime, stupende, a brutte, inutili, insignificanti. Eh già i fiori delle Orchidee sono preponderanti molto più che per altre piante. No di certo per il profumo, praticamente inesistente, e solo parzialmente per il loro leggendario aspetto estetico. Il motivo principale per il quale i fiori di un’orchidea “fanno così tanto la pianta” è che durano settimane, in molti casi mesi, se siete brave/i.

Ed è così che quando le Orchidee perdono i fiori andiamo nel panico e non sappiamo più cosa farci con quella pianta piena di radici a vista, bassa, con 4-5 foglie piatte e insignificanti. A meno che non si sappia come farle rifiorire. Ecco, questo articolo è per voi, voi che siete tentate/i di relegare in un angolino la vostra Orchidea sfiorita o, peggio ancora, cestinarla (sì, succede anche questo).

Come funziona un’Orchidea

Le Orchidee sono piante epifite, cioè in natura crescono aggrappate a tronchi e rami di alberi; le radici sono pressoché esposte all’aria, e nutrono la pianta mantenendosi umide tramite la pianta ospite e l’aria circostante. La fioritura è, come tutti sappiamo, contraddistinta da fiori più o meno grandi, molto appariscenti, dai colori e forme più disparate. Una pianta che ha fiori di tale caratura deve, per ovvi motivi, avere una struttura che le permetta di assorbire tanto nutrimento e di trasformarlo in energia; è per questo che le Orchidee hanno un apparato radicale così ingombrante oltre che forte (devono pur sempre aggrapparsi ad un supporto). Ed è per questo che le foglie di un’Orchidea, soprattutto per le Phalaenopsis (la varietà in assoluto più diffusa, ma quello che scriveremo qui vale un po’ per tutte le varietà di Orchidea), sono così turgide e carnose. Ecco, banalmente, foglie e radici sono i due elementi endogeni che fisiologicamente determinano la capacità per un’Orchidea di fiorire in futuro.

Come e perchè cimare uno stelo sfiorito

Prima di approfondire le cure di radici e foglie, parliamo però di un aspetto fondamentale, propedeutico alla ri-fioritura: il trattamento degli steli sfioriti.
Per prima cosa, dobbiamo distinguere tra steli secchi e steli verdi: se lo stelo sfiorito comincia a seccare, dalla cima alla base, c’è poco da fare, va tagliato. Non bisogna aspettare che secchi del tutto, se già la prima metà è seccata, meglio non perdere tempo. Il taglio va fatto il più vicino possibile al punto di uscita dal fusto, lasciando però almeno un nodo (2 nodi, se il primo è praticamente adiacente al fusto). I nodi sono quelle intaccature che sembrano dividere ad intervalli regolari gli steli. Tagliando in questo modo daremo alla nostra Orchidea due alternative: a) produrre un nuovo stelo a partire dal nodo dello stello cimato; b) far spuntare un nuovo stelo direttamente dal fusto.

Il taglio di uno stelo di Orchidea: una questione di stile

Non è detto che gli steli sfioriti vadano tagliati. Eh già, se gli steli, dopo aver perso i fiori, rimangono verdi, avete molteplici possibilità! Potete:

  • Lasciare gli steli così come sono: ricominceranno a fiorire a partire dalla punta
  • Tagliare gli steli ad un’altezza a piacere, poco al di sopra di uno specifico nodo: una nuova ramificazione con fiori spunterà da uno de nodi sottostanti il taglio
  • Tagliare gli steli alla base, come descritto nel paragrafo precedente.

Naturalmente, se avete la fortuna di avere un’Orchidea a 2 o più steli, potete sbizzarrirvi e tagliare a vostro piacimento, magari provando tutte e 3 le modalità. È solo una questione di gusto estetico, niente di più.

“Fatta la cimatura degli steli sfioriti, quindi, la mia Orchidea rifiorirà!” No, non basta, c’è bisogno che una serie di altre cose siano a posto, e non sto parlando di congiunzioni astrali. Vediamo di che si tratta.

Rinvaso sì o rinvaso no?

Le nuove radici delle Orchidee, a differenza di quanto avviene per la maggior parte delle piante che abbiamo nelle nostre case, spuntano fuori dal fusto che, in genere, è al di sopra del terriccio. Vedere spuntare una nuova radice di Orchidea è sempre emozionante, il suo colore verde acqua è il simbolo della salute. Le stesse radici all’interno del vaso costituiscono l’elemento in base al quale decidere se un’Orchidea ha bisogno di acqua o no (9,9 volte su 10 le Orchidee sono coltivate in vasi trasparenti). Capire quindi se un’Orchidea ha bisogno di un rinvaso è molto più facile rispetto a tante altre piante. Quando cominciano ad essercene tante di più rispetto al substrato (rapporto 60-70% radici, 30% substrato), allora occorre fare un rinvaso. Altrimenti, statene certe/i, sarà molto dura mantenere costantemente umide le radici e quindi assistere ad una nuova fioritura. Giusto un paio di raccomandazioni: fate il rinvaso solo se la vostra Orchidea non è in fase di fioritura, lo stress potrebbe interromperla; utilizzate solo un misto di fibra, chips di cocco e bark (qui un approfondimento sui vari elementi), diffidate da sedicenti “terricci per orchidee” che contengono torba o addirittura una percentuale di terriccio. Questi ultimi sono il modo migliore per far marcire le radici di un’Orchidea.

L’importanza delle foglie

La nascita di nuove foglie di Orchidea non sarà di certo un evento così emozionante, ma è pur sempre fondamentale. Ricordate che radici sane e, soprattutto, tante foglie disponibili, aumentano le possibilità che la vostra Orchidea rifiorisca. Più foglie significa più fotosintesi e averne almeno 4-5 al loro posto è di fondamentale importanza per la produzione dell’energia necessaria per un processo così impegnativo come è la fioritura. Quindi preservatele e ripulitele spesso dalla polvere con un panno umido.

Luce diretta o finestra a nord?

Quante volte avete visto Orchidee posizionate davanti a finestre dove però non arriva sole diretto? Trattasi di finestre esposte a Nord, grado più grado meno, che quindi forniscono la giusta combinazione di luce/temperatura utile al mantenimento della fioritura. Già, questo in primavera/estate. Ma in autunno o, peggio ancora in inverno? La luce autunno-invernale è, lo sappiamo, meno intensa (il sole è più lontano dal nostro emisfero), e la quantità di ore luce giornaliera è decisamente limitata. La vicinanza ad una finestra esposta a nord, potrebbe non bastare a fornire i fotoni sufficienti a far rifiorire la vostra Orchidea. Se necessario, quindi, spostatela già a novembre/dicembre, in stanze meglio esposte, dove entra per qualche ora luce diretta. Nel caso i raggi solari dovessero toccare per qualche ora l’Orchidea, non sarebbe un problema; come detto, il sole invernale non scotta. Quando vedrete spuntare e crescere un nuovo stelo voglioso di fiorire, capirete che avete fatto la mossa giusta.

Temperatura e umidità

Dando per scontato che sappiate che le Orchidee non devono essere esposte a correnti d’aria fredda, né posizionate vicino ai caloriferi, è importante che la temperatura non scenda mai al di sotto dei 16 gradi. L’umidità è fondamentale, ma solo all’interno del vaso (le Orchidee non vanno mai nebulizzate, si rischiano pericolosissimi ristagni d’acqua tra le ascelle foliari). La bagnatura, neanche a dirlo, va fatta solo per sub-irrigazione (30 minuti circa), mai dall’alto.

Conclusioni

Lo avete capito, l’Orchidea va trattata come tutte le altre piante; e cioè la fioritura va considerata come un processo extra, bellissimo sì, molto duraturo, ma pur sempre extra. Le Orchidee funzionano se hanno la giusta luce, se le radici sono sane, areate e idratate. Concentratevi su questi semplici aspetti e vedrete che la fioritura sarà una normale conseguenza.

Massimo Tortorici