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Una Cactacea Molto Poco Cactacea

Epiphyllum


L’Epiphyllum non ha foglie, è una cactacea. Al massimo ha le areole, e cioè di piccolissimi rami da cui spuntano minuscole spine. I fusti, appunto, hanno una forma piatta e allungata, con i margini dentellati, aspetto davvero unico

Introduzione

Chi l’ha detto che le Cactacee hanno tutte forme tubulari, a volte tozze, e che sono provviste di spine più o meno evidenti? Si dice Cactacee e viene subito in mente il classico Cactus (che poi si sa, anche lì ce ne sono mille tipi diverrsi. E se invece esistessero cactacee più sinuose, con fusti vellutati, con spine quasi assenti, portamento disordinato, capaci di arrampicarsi o, in base alle vostre preferenze, di ricadere. Se vi dicessi che, al pari delle “Cactacee spinose e tubolari” anche queste cactacee appena descritte fanno dei fiori enormi e dai colori irrisistibilmente accesi? E se fosse un Epiphyllum? Epiphyllum Ackermanii, per essere precisi, quello descritto con cotanto pathos si chiama così, e si distingue dal suo cugino Epiphyllum  Cooperi perchè i fiori non sono profumati, e si aprono di giorno. Comunque, andiamo nel dettaglio di questa splendida quanto sottovalutata cactacea.


Descrizione

Partiamo da una curiosità: l’Epiphyllum viene anche chiamato “Lingua di Suocera”. Molti di voi diranno: “non è possibile, è la Sansevieria ad essere chiamata anche Lingua di Suocera”. Ebbene sì, in questo caso abbiamo due piante con lo stesso nomignolo. Se ci pensate bene, anche l’Epiphyllum, come la Sansevieria, ha una forma allungata, ma in questo caso non si tratta di foglie, ma del fusto. Eh sì, l’Epiphyllum non ha foglie, è una cactacea. Al massimo ha le areole, e cioè di piccolissimi rami da cui spuntano minuscole spine. I fusti, appunto, hanno una forma piatta e allungata, con i margini dentellati, aspetto davvero unico. I fiori compaiono una o più volte, durante la stagione buona. I boccioli ci mettono parecchio a formarsi e a crescere, ma una volta sbocciati…vorreste non appassissero più! I fusti sono un pò fragiletti, va detto e, tendono ad allungarsi molto; avete due strade: dargli un sostegno, oppure appendere il vaso e far crescere il vostro Epiphyllum con portamento ricadente. In etrambi i casi il fascino è assicurato.


Condizioni ideali per tenere l’epiphyllum in casa (o in balcone)

Per capire come curare un Epiphyllum bisogna prima comprendere dove cresce in natura. La sparo grossa: sulla corteccia degli alberi! E aggiungo nelle foreste tropicali americane. Il che significa una serie di cose:

  • LUCE: ne gradisce molta, diffusa, ma indiretta. Qualche raggio diretto può beccarselo, purchè sia di quelli del primo mattino.
  • ACQUA: molto, ma molto più abbondante di quella che di solito date alle altre vostre cactacee. Certo non dico a fiumi. Tra l’altro non la vedrete particolarmente sofferente dopo una settimana di siccità, dopotutto anche l’Epiphyllum, come le altre cactacee, è in grado di trattenere l’acqua. Ma se volete farla crescere a dovere, nella stagione calda datele acqua generosamente, evitando però ristagni idrici. Durante l’inverno, trattatela come molte altre tropicali che avete in casa, e cioè datele acqua quando i primi 4-5 cm del terreno sono asciutti.
  • UMIDITÀ: alle stelle! Anche qui più l’ambiente è umido, più prospererà, ma se l’aria è un pochino secca non muore mica; semplicemente stenterà a crescere, e a fiorire. Quindi, ogni tanto una nebulizzata dategliela, anche se è una cactacea. Usate acqua distillata, si macchia facilmente.

Per il resto, temperatura gradita al di sopra dei 10 gradi, ma direi che se la tenete in balcone, in posizione riparata, può resistere tutto l’anno.

In casa o in balcone, insomma, non fa differenza, come avrete capito. L’importante è stare attenti alla luce diretta.


Possibili problemi

Visto il lavaggio del cervello che vi ho fatto sul suo essere una cactacea da curare però come se fosse un’aracea, il primo problema che potreste incontrare è dato dall’utilizzo di un concime errato. Va bene che è verde, va bene che vive nelle foreste, ma il concime liquido ideale, rimane sempre quello per piante grasse, povero di azoto e ricco di potassio. Troppo azoto potrebbe causare antiestetiche macchie scure.

Per il resto, l’Epiphyllum non teme particolarmente parassiti. O meglio, può essere attaccato dalla cocciniglia, come tutte le cactacee. Tutto sommato, però, oltre all’utilizzo dell’olio di neem, in questo caso, vista la conformazione dei fusti, sarà facile procedere alla rimozione manuale del fastidioso ospite. Ah, a differenza delle altre cactacee, l’Epiphyllum non teme il marciume, a meno che, certo, non gli diate un litro d’acqua ogni due giorni! Basta fare le cose con moderazione.


Propagazione

La propagazione è d’obbligo. Dopo qualche mese di crescita disordinata, qualche piccola spuntatura la vorrete dare per forza e allora eccola là che ci scappa la talea. Il ramo, o meglio, il fusto, va tagliato preferibilmente per intero. Poi lo lasciate asciugare per un giorno intero e quindi lo piantate direttamente in terra. Giusta dose di umidità del terreno (bagnate poco, ogni tanto) e in sole 3 settimane la vostra talea di Epiphyllum dovrebbe aver preso! Fate questa operazione in primavera/estate, se volete aver successo.


Considerazioni Finali

Il suo portamento la fa essere forse meno desiderata, rispetto a tante altre piante che rispettano determinati canoni estetici. Personalmente credo che il suo fascino risieda proprio nel portamento disordinato, ma certo, anche nei fusti dai bordi così tipicamente dentellati, e nei magnifici fiori. Bisogna solo comprendere come esaltare al meglio queste caratteristiche all’interno di uno spazio chiuso. Per fortuna l’Epiphyllum è versatile, può crescere in mille modi diversi, appeso ricadente o per terra rampicante, con l’uso di sostegni di ogni tipo. Sta a voi scatenare la vostra immaginazione.


  • livello difficoltà

    Basso

  • Illuminazione

    Luce Media

  • irrigazione

    Se terreno asciutto

  • Livello umidità

    Medio

  • ritmo crescita

    Medio

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