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Piante in Casa: le 5 regole da seguire quando si rientra dalle vacanze (estive)

Di Massimo Tortorici | Pubblicato in Caffè Tropicale il 28 – Aggiornato 23 Ago 2022

Una nuotata nel mare cristallino, una giornata in barca, un cocktail al tramonto con i piedi nella sabbia, una camminata in mezzo alla natura, una serata passata a bere drink con gli amici…sono tante le attività che si fanno in vacanza, soprattutto in estate, ci si rilassa, il tempo scorre senza che ci si accorga, si spegne il cervello…o quasi. Ogni tanto, un pensiero latente si affaccia nella mente di ogni plantlover che si rispetti: chissà come troverò le mie piante!? La temperatura in casa sarà accettabile? Quante foglie nuove troverò, quante secche? I parassiti staranno banchettando su quale delle mie tropicali? Starà funzionando bene l’impianto di irrigazione esterno? E se passa una tromba d’aria e spazza via tutto? Poi arriva (per fortuna) l’ennesima attività vacanziera, e porta via ogni preoccupazione.

La questione però è solo rimandata, dentro di noi, sappiamo che prima o poi andrà affrontata e che sarà la prima cosa che andremo a vedere una volta rimesso piede in casa.

Vediamo allora cosa fare quando si rientra dalle vacanze estive, per ripristinare il rapporto di fiducia creato nei mesi precedenti con le nostre piccole amiche verdi.

Regola numero 1: spalancate le finestre

Due settimane, o tre, quanto siete state/i fuori? Sia che abbiate ben annaffiato le vostre piante dentro casa prima di partire o che abbiate avuto la fortuna di appoggiarvi su una/un plant sitter, o ancora che abbiate sperimentato qualche metodo innovativo per tenere adeguatamente umido il terreno delle vostre piante, una cosa gli è mancata di certo: l’aria! Spesso sottovalutato, il ricambio d’aria in casa è fondamentale per la salute delle nostre piante. La fotosintesi ha bisogno di una gran quantità di Anidride Carbonica ogni giorno, oltreché di tutta una serie di altri elementi. Anche se avete lasciato uno spiraglio aperto in bagno o se c’è qualche spiffero, la quantità di aria che entrerà non sarà mai sufficiente. Pensate a quanta più aria prenderebbero le nostre piante se stessero fuori, come madre natura ha stabilito. Una pianta al chiuso per due settimane, già dopo 7 giorni respira come può respirare un maratoneta al trentacinquesimo chilometro. Quindi, appena entrate in casa, spalancate le finestre, al resto penserete dopo.

Regola numero 2: innaffiate abbondantemente

Sarà banale, ma ovviamente la seconda cosa da fare è controllare il terreno delle vostre piante. Io di solito annaffio direttamente, con il giusto concime liquido naturalmente, per diversi motivi: di solito faccio le vacanze estive in agosto, stando fuori mediamente 2 settimane, come il 90% degli italiani, e quindi faccio fatica a trovare plant sitters. In più, sono un purista dell’irrigazione classica, e se annaffio le mie piante tanto e poco frequentemente per tutto l’anno, non vado a modificargli l’apporto idrico ricorrendo a qualche strumento “innovativo”, solo perché starò fuori 15 giorni (anche se sono i più caldi dell’anno); preferisco dar loro un trauma da “leggera” siccità, piuttosto che dar loro un trauma da eccesso idrico e di umidità, è una scelta. Quindi, con molta pazienza, prendo annaffiatoio e concime e procedo, senza distinzioni. Ah, utilizzo, insieme al concime, anche un Biostimolante apposito, nello specifico Algatron di CIFO, che serve proprio ad incrementare le percentuali di sopravvivenza di una pianta in vista di shock termici, come spiego meglio in questo articolo. Comunque, chiudo il giro di innaffiata, ripristinando il livello di acqua preferito per le piante in idro- o semi-idroponica. Ovviamente, date una bella vaporizzata di acqua distillata su qualsiasi foglia vi capiti sotto tiro, visto che ci siete.

Regola numero 3: verificate bene la presenza di parassiti

Finestre chiuse, serrande o persiane aperte, luce, caldo, poco ricambio d’aria. È in condizioni come questa che possono fare la loro comparsa odiosi parassiti. In realtà solo un tipo di parassita può facilmente proliferare in situazioni come questa: il ragnetto rosso, o qualsiasi stra-maledetto tipo di acaro. La prima volta che si vive una simile esperienza, è quasi peggio di quando scopri che ti sono entrati i ladri in casa. Un intruso ha banchettato, a tua insaputa, su una creatura che tu hai curato per mesi e mesi con tanto amore, e non hai potuto far nulla per evitarlo. Una volta che ciò accade, dovete sperare che la pianta attaccata sia una sola. Che sia una o più, niente panico. Bisogna essere freddi e agire subito. Se siete fortunati e scovate l’odioso intruso all’inizio del suo banchetto, potete provare a risolvere semplicemente utilizzando un prodotto specifico. Altrimenti, se la vostra pianta è messa davvero male, ci vuole la terapia d’urto. Tagliate via tutte le parti attaccate, pulite bene il resto della pianta, utilizzate pure un prodotto contro gli acari, e portatela fuori, se avete un balcone. Se la pianta era sana prima della vostra partenza, si riprenderà.

Regola numero 4: rimuovete foglie e rami secchi

Se avete anche voi avuto difficoltà a trovare una/un plant sitter e non vi siete fidate/i di cambiare metodo di irrigazione, allora è possibile che qualcuna delle vostre piante abbia risentito dell’assenza di acqua e di umidità. Foglie ingiallite, a volte secche, bruciate ai margini per l’aria troppo secca, sono l’ordinario quando si lasciano le piante a 30 gradi fissi in casa, senza aria né acqua, per 14 giorni e più. Trovare una pianta con qualche foglia gialla è comunque un finto problema: rimuovete le foglie secche o ingiallite, e, nei casi più seri, valutate se procedere con qualche potatura, in modo da sfruttare gli ultimi scampoli di estate per far spuntare qualche germoglio che possa, un domani, rinverdire quello spazio lasciato vuoto. Qualora troviate una delle vostre piante quasi completamente secca, per prima cosa perdonatevi, a tutti può succedere di dimenticare una pianta nel rush di innaffiature pre-partenza; poi, potatela a più non posso, innaffiatela. Con un po’ di fortuna, potrebbe farcela.

Regola numero 5: aiutate la ripresa delle vostre piante con un biostimolante

Ok, queste erano le regole base. Ma ce n’è una un po’ più tecnica che però è anche la più semplice da applicare: irrigare le vostre piante con un biostimolante specifico. I biostimolanti sono prodotti molto utili per dare un boost a piante malandate o non in perfetta forma, aiutandole a riprendersi, colmare gap nutritivi, aumentarne lo stato di salute. Si è già detto di Algatron, ma in questo tipo di situazione, e cioè dopo 2 settimane o più di caldo intenso e scarso, se non nullo, apporto idrico, il biostimolante più appropriato è Sinergon Plus di CIFO. Questo prodotto è infatti perfetto per far riprendere una pianta da shock termici o di qualsiasi altro tipo, e agisce rapidamente. Se però siete state/i previdenti utilizzando Algatron prima di partire, troverete Sinergon utilissimo per l’altro scopo per il quale lo si utilizza: aumentare la capacità della pianta di assorbire gli antiparassitari. Vedrete, a periodo-serra superato e a pericolo post-stress scampato, non dico che ci vorrete fare colazione con i biostimolanti (puzzano in maniera indescrivibile), ma ringrazierete voi stesse/i per aver investito quei pochi euro.

E infine: mettete a posto il resto e godetevi le novità

Avete spalancato le finestre, innaffiato e vaporizzato le chiome delle vostre piante, azzerato i parassiti, rimosso foglie gialle e potato rami secchi? Bene, ora finalmente potete dedicarvi alle classiche attività post-rientro: disfacimento valigie, staffetta di bucati, spesa post-atomica per riempiere il frigo vuoto, etc. Perché si sa, noi plantlovers possiamo pure andare in viaggio, estraniarci e credere di poter vivere senza le nostre amate piante. Ma una volta rientrati a casa, lasciamo la valigia all’ingresso, e la prima cosa che pensiamo è “fammi vedere se quella foglia di Monstera si è srotolata e quanti buchi ha” oppure “chissà se la Polly ha fatto nuove foglie”. E quando scopriamo che tante piante se la sono cavata bene anche senza di noi, in condizioni estreme, è lì che ci proiettiamo inconsciamente alla prossima vacanza. Perché fare un tuffo da una roccia, una giornata in barca, un aperitivo in spiaggia, una camminata fino alla cima di una montagna, una serata speciale in compagnia di amici o consorti, sono tutte esperienze molto belle; rendersi conto di come le nostre amiche verdi crescano e si adattino alle difficoltà è un’esperienza bellissima.

Massimo Tortorici