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Tag: curiosità

Big 5: le 5 piante XXL per arredare con stile il proprio soggiorno

Big 5: le 5 piante XXL per arredare con stile il proprio soggiorno

Scritto da Massimo Tortorici, 8 Set 2024. Pubblicato in Caffè Tropicale.

Ci sono piante che da sole riescono a dare un’impronta elegante, tropicale e moderna ad un ambiente. Ecco le nostre 5 preferite.

Quando si va a fare dei safari in Africa, in Tanzania come in Botswana, ci si mette in jeep con la voglia di vedere quanti più animali possibili. Alcuni però, cinque per l’esattezza, sono in cima alla lista dei desideri di tutti: i famosi “Big 5”! L’origine dell’espressione non è in realtà felicissima: a quanto pare venne coniata dai frequentatori di safari di caccia in riferimento ai 5 più pericolosi animali da cacciare, cioè ci si riferiva a quelli che venivano ritenuti essere i “premi” più ambiti. Nel tempo (per fortuna) questa espressione è entrata a tutti gli effetti nel gergo di chi racconta una vacanza a base di safari “ludici”, fotografici. L’espressione “Big 5” può essere fuorviante, perché induce a pensare alla dimensione. Ecco, se volessimo portare questo concetto nel mondo delle piante da interno, pensando sia alle dimensioni, al portamento, sia alla desiderabilità, quali sarebbero le Big 5? Quali le 5 piante XXL dal portamento maestoso, ambite per la loro capacità di dare un deciso carattere tropicale ad un ambiente, capaci di arredare da sole un soggiorno? Ecco a voi le nostre Big 5.

Kenzia

Partiamo dalla più classica, la Kenzia. Conosciuta in botanica come Howea Forsteriana, fu scoperta a fine settecento proprio sull’isola di Howe, a centinaia di chilometri dalla costa est australiana. Nella seconda metà dell’ottocento venne introdotta in Europa e Stati Uniti come pianta da interno e da lì il successo crebbe a dismisura. Le Kenzie hanno riempito uffici governativi, palazzi reali, hotel, salotti eleganti, lo hanno fatto e tutt’ora lo fanno. Il motivo è duplice, di natura pratica e, ovviamente, estetica. Le Kenzie sono in grado di adattarsi bene agli ambienti chiusi, tollerando condizioni di luminosità non eccelsa. L’apparato radicale, trattandosi di palme, non è così ingombrante e la crescita è lenta, motivo per cui i rinvasi possono essere fatti a distanza di anni l’uno dall’altro. Per quanto attiene all’estetica il discorso è semplice: la Kenzia è LA pianta elegante per antonomasia. Le sue grandi foglie alte e aggraziate, la crescita in verticale e “a ventaglio”, la frondosità lussureggiante che può esprimere un esemplare con più fusti ravvicinati, fanno della Kenzia una pianta in grado di dare un tocco esotico ed elegatne a qualsiasi ambiente di grandi dimensioni. Una pianta grande ma al tempo stesso “leggera”, che non appesantisce la vista. Per tutte queste ragioni la Kenzia è diventata un “grande classico” dell’arredamento da interno.

Strelitzia Nicolai

Rimaniamo sul portamento “slanciato a ventaglio” ma facciamo un salto dall’Oceania all’Africa, zona sud-orientale del continente. Le Strelitzie sono originarie di questa zona del mondo dove crescono, nel caso della S. Nicolai, altissime sotto il sole australe. La Strelitzia Nicolai è una pianta che, a partire dalla seconda metà del novecento ha colonizzato milioni di soggiorni, locali, bar, negozi, ma anche terrazzi, patii, giardini.
Nelle zone a inverno più mite infatti non ha alcuna difficoltà ad adattarsi anche all’esterno. La Strelitzia Nicolai spesso viene associata, a volte confusa, con altre due piante: il Banano e la Strelitzia Reginae. Con la prima è imparentata alla lontana e in effetti ha foglie apparentemente simili, ma molto più resistenti al vento, più rigide e di un verde più brillante; anche l’ingombro è diverso, avendo ogni fusto di Strelitzia foglie che crescono in 2 sole direzioni, una opposta all’altra (quelle del Banano crescono a 360 gradi, in tutte le direzioni). La differenza rispetto alla sua parente più stretta invece, la S. Reginae, è nell’altezza, più sproporzionatamente grande, e nel fiore. Eh sì, la Strelitzia Nicolai, anche chiamata “Uccello del Paradiso Gigante” fa un fiore molto simile (diverso solo nei colori) a quello del famosissimo “Uccello del Paradiso”, la Strelitzia Reginae appunto. Rispetto alla Kenzia, la Strelitzia Nicolai ha bisogno di abbondante luce indiretta, per crescere al meglio e di qualche rinvaso in più, nel tempo. Un vaso con esemplari di dimensioni medio-piccole (1-1,20 metri) in un soggiorno fa già “Tropici”, un vaso con esemplari di dimensioni medio-grandi (2,5-3 metri) produce un solo effetto: WOW!

Monstera Deliciosa

Pianta del Pane, Swiss Cheese Plant, Pianta coi “buchi”, chiamatela come vi pare (per favore non “Filodendro”!), fatto sta che la Monstera Deliciosa è a tutti gli effetti la pianta da interno più iconica di tutte. Le sue foglie sono praticamente ovunque, su lenzuola, tende, tovaglie da tavola, magliette, tazze,etc. E anche in moltissimi salotti, locali e giardini mediterranei. La prima citazione botanica risale al 1763, ma è stata catalogata solo 80 anni dopo. Ma, non essendo pratica come una Kenzia, c’ha messo un po’ a debuttare nel mercato “consumer”. Ebbene, a partire dagli anni ’50 del novecento il successo della Monstera Deliciosa è cresciuto esponenzialmente. I suoi fusti devono essere ben ancorati ad un sostegno, e le foglie possono diventare davvero ingombranti, ma ogni volta che ne nasce una nuova, il cuore vi batterà a mille. Ogni foglia di Monstera è diversa dall’altra, e più grandi le farà, maggiori saranno le fessurazioni e i buchi presenti. Una vera e propria opera d’arte in un angolo luminoso del vostro soggiorno. Diffidate dalle imitazioni, soprattutto quelle artificiali!

Ficus Lyrata

OK, finora abbiamo citato delle vere e proprie istituzioni, giganti verdi che sono nel giro dell’arredo da interni da decenni. Ora però parliamo di una pianta salita alla ribalta solo di recente, a partire da inizio 2000, sua maestosità Ficus Lyrata! Originario dell’Africa centro-occidentale, il Ficus Lyrata è forse la pianta più apprezzata da architetti di interni e arredatori. Spesso utilizzato come punto focale in una stanza, grazie al suo aspetto elegante e imponente, è particolarmente ideale per ambienti moderni e minimalisti, dove le sue foglie grandi e verdi creano un contrasto con arredi sobri e neutri. C’è un altro aspetto che lo rende estremamente unico e altamente desiderabile, come una big 5 che si rispetti: la possibilità di assumere una forma ad albero. Gli esemplari di Ficus Lyrata già impostati come veri e propri alberi da interni sono parecchio costosi, costosissimi se sono anche già oltre i 2 metri di altezza. Volete risparmiare? Vi basterà comprarne uno relativamente giovane, a fusto singolo, e decidere voi quando e a che altezza cimarlo per indurne la ramificazione. Una cosa è certa, le venature delle sue grandi foglie lucide aggiungeranno un tocco di design ed eleganza unici al vostro (luminoso) soggiorno.

Alocasia Regal Shields

Per l’ultima delle 5 stupende piante trattate in questo articolo, facciamo un’eccezione sull’origine. Parliamo infatti di una “cultivar”, cioè di una pianta creata “artificialmente” incrociando varietà diverse. In questo caso specifico, parliamo dell’Alocasia Regal Shields, vera e propria campionessa di eleganza, esotismo e “coolness”. Creata in Florida nel 2007 incrociando un’Alocasia Odora (molto simile alla Alocasia Macrorrhizos “Orecchie di Elefante”) e un’Alocasia Reginula (detta anche “Alocasia Black Velvet”), l’Alocasia Regal Shields ha rapidamente guadagnato popolarità grazie al suo aspetto esotico e imponente. Le sue grandi foglie verde scuro sono perfette per creare un contrasto con pareti chiare o arredi in toni neutri. La sua crescita verticale la rende ideale per riempire angoli o spazi vuoti in stanze ampie, ma senza esagerare (mediamente mantiene 4-5 foglie per rizoma). Sviluppando foglie in tutte le direzioni, è una pianta la cui presenza scultorea è perfetta accanto ad un divano, magari posizionato a centro stanza. Come tutte le Alocasie, anche la Regal Shields in inverno tende a perdere qualche foglia in più, essendo rizomatosa, ma potrete limitare le perdite spostandola in una posizione dove riceve più luce e bagnandola di meno, magari per sub-irrigazione. In ogni caso, data la bellezza delle sue foglie, statene certe/i, anche una sola foglia sarà fonte di brividi ad ogni sguardo.


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Quali piante regalare (e regalarsi) per Natale

Quali piante regalare (e regalarsi) per Natale

Di Massimo Tortorici | Pubblicato in Caffè Tropicale l’8 Dic  – Aggiornato il 26 Nov

Nel periodo prenatalizio si sa, le occasioni per fare regali non mancano mai. Regali per i parenti, regali per suocere, fidanzate e fidanzati, nonni, e poi i regali extra, come quelli che siamo quasi costretti/e a fare quando veniamo coinvolti/e in simpatiche iniziative come i “Secret Santa”, sempre più diffuse tra colleghi e amici. In un tale caos, sempre più ingestibile, c’è bisogno di qualche elemento di sicurezza, un passe-partout, qualcosa che rappresenti sempre la scelta giusta. Ebbene, quale miglior regalo di una pianta? Già una pianta, qualcosa che possa sempre farvi fare bella figura, che vi permetta di essere originali e di cavarvela con gusto e con una certa eco-sostenibililità. In questo articolo vedremo quali piante possono fare al caso vostro e per quale ragione sceglierle come regalo natalizio. Sia chiaro, non pensate di riuscire a regalarne qualcuna senza regalarne almeno una anche a voi, se vi piacciono giusto un po’ le piante, sarà impossibile resistere, sono pronto a scommetterci.

Aglaonema Red Star

Partiamo subito con una pianta inaspettata, l’Aglaonema Red Star. L’Aglaonema fa parte della più ampia famiglia delle aracee, la principale per quel che riguarda le piante tropicali da interno. A differenza di una bella fetta delle sue parenti aracee, l’Aglaonema è molto più rustico, si adatta molto più facilmente a condizioni di ridotta luminosità e bassa umidità del terreno. Ora, questo non significa che potete lasciarlo morire di sete in un angolo buio di casa; piuttosto, vuol dire che la sua manutenzione è più semplice di quanto si pensi, elemento questo che lo rende perfetto come regalo. In più, rimane di dimensioni piuttosto contenute, e ciò lo rende facilmente posizionabile in qualsiasi ambiente interno. Di varietà ce ne sono tante, ma solo una è perfetta per il periodo natalizio: Aglaonema Red Star. Il motivo è semplice: le sue foglie variegate di rosso, vivo o aranciato. Le varietà più vicine al Red Star sono l’Aglaonema Pink Star e l’Aglaonema Orange Star. Se regalate un Red Star, sapete che ne avete altri due tra cui scegliere per fare un regalo a voi stesse/i.

Anthurium Andreanum

Proseguiamo con un’altra Aracea: Anthurium Andreanum. Ormai entrato nell’immaginario di tutti, grazie alla sua ampia diffusione in ogni vivaio, grande magazzino, supermercato, chiosco che venda piante, l’Anthurium Andreanum è di sicuro la pianta che più di tutte ha sfondato negli ultimi anni come pianta-regalo. Con i suoi fiori rossi, incredibilmente lucidi e nettamente in contrasto con il suo spadice giallo-bianco, se regalate un Anthurium Andreanum difficilmente sbaglierete. O meglio, vista la larghissima diffusione, potreste sbagliare se la persona a cui lo regalate ne possiede già uno in casa. Il consiglio è quindi di comprare sempre una pianta di back-up se decidete di puntare sull’Anthurium come regalo natalizio. La manutenzione è leggermente più complessa rispetto all’Aglaonema, giusto perché gli Anthurium preferiscono un substrato con un livello di umidità medio più alto (in questo articolo tutte le informazioni per la cura degli Anthurium). I fiori li fa da aprile ad ottobre, ed è presumibile che a gennaio perda quelli che aveva quando l’avete regalato. È bene saperlo.

Aglaonema Red Star
Anthurium Andreanum

Ardisia Crenata

Ora si cambia completamente genere. Parliamo di piante che possono, anzi preferiscono essere sistemate in balcone o giardino, più facili da mantenere, che sono molto apprezzate nel periodo natalizio per una specifica caratteristica: al Natale ci arrivano piene zeppe di bacche rosse! Cominciamo dall’Ardisia Crenata.
Questo arbusto fiorisce ad inizio estate, con bei fiorellini rosa o bianchi. I fiori vengono poi rimpiazzati da bacche inizialmente verdi, che diventano rosso acceso col passare delle settimane. Se coltivato nelle giuste condizioni, le bacche resistono fino alla fioritura successiva! Difficile da mantenere dentro casa, più che altro perchè sopra i 16° non sta benissimo, l’Ardisia Crenata è perfetta accanto alla porta di casa, con luce a sufficienza, e sole mai diretto, soprattutto d’estate. Vi immaginate un ingresso di casa con due arbustelli di 1 metro ciascuno, pieni zeppi di bacche rosse? Semplicemente Natale!

Skimmia

Altra pianta che vive molto meglio fuori che dentro casa è la Skimmia. E anche in questo caso il motivo per cui regalarla a Natale è la presenza di abbondanti bacche rosse decorative. La particolarità è che non tutte le piante di Skimmia producono le bacche rosse, o almeno, non tutte quelle di Skimmia Japonica che è la varietà più diffusa. La differenza la fa il sesso: la Skimmia Japonica maschio produce solo i fiori, quella femmina anche le bacche rosse, ma solo se c’è un maschio che impollina i fiori. Tradotto: se volete regalare una Skimmia Japonica, sicuramente la troverete con le bacche rosse, ma solo perché impollinata. La stessa pianta, l’estate successiva, non produrrà bacche se non cresce accanto ad una pianta maschio. Una soluzione c’è: andare in Cina. No, non vi sto dicendo di importare piante da Pechino, semplicemente di provare a cercare una varietà cinese, la Skimmia Reevesiana, che rispetto alla cugina giapponese, è ermafrodita, e come tale fa tutto da sola, fioritura e produzione bacche! Bene, dopo questo trattato botanico, veniamo alla manutenzione: molto resistente al freddo, molto meno alla siccità, la Skimmia va posizionata in una zona ombrosa, ed è quindi perfetta per una esposizione a nord. Più indicata per le amiche e gli amici che vivono in zone relativamente fredde.

Ardisia Crenata
Skimmia

Agrifoglio

Ed ecco un classicone! L’agrifoglio, da non confondere con il Pungitopo, è una pianta molto diffusa alle nostre latitudini ed è super originale per due aspetti: ha foglie con spigoli acuminati e produce irresistibili bacche rosse in autunno inoltrato, e cioè giusto in tempo per le feste natalizie. Pianta antichissima (già ai tempi dei romani si festeggiava il solstizio d’inverno con decorazioni beneauguranti di agrifoglio), ha lo stesso “problema” della Skimmia: solo la pianta femmina produce le bacche rosse (se impollinata). Per il resto, possiamo dire che l’Agrifoglio vince il “premio resistenza” delle piante natalizie trattate in questo articolo: resiste benissimo a temperature al di sotto dello zero. Soffre un pò la siccità e il sole caldo dell’estate, ma di base può essere tenuto fuori tutto l’anno. Le bacche sono tossiche, ma si spera che cani e gatti vengano tenuti alla larga dalle foglie pungenti.

Pyracantha

Meno diffusa rispetto a tutte le altre piante trattate in questo articolo, la Pyracantha o Agazzino merita comunque una menzione. Se non altro per una caratteristica che non faticherete ad indovinare: produce abbondanti bacche rosse! Come l’Agrifoglio, anche la Pyracantha risulta molto utile come pianta da siepe e si adatta al freddo del nostro inverno. Anche le bacche della Pyracantha sono tossiche.

Agrifoglio
Pyracantha

Schlumberghera

Ora si cambia di nuovo genere, in maniera del tutto inaspettata: parliamo di cactacee. Può, una cactacea, essere d’ispirazione come regalo di Natale? Ma certo, se questa cactacea viene anche chiamata “Cactus di Natale”! Vero nome Schlumbergera, questa pianta si è guadagnata il nickname Cactus di Natale per una particolarità: fiorisce nel periodo prenatalizio e natalizio. E non stiamo parlando di uno-due fiori che durano un paio di giorni come avviene per svariate piante grasse, no. Nel caso della Schlumbergera, la fioritura è abbondante e duratura, potrete avere una pianta fiorita per settimane intere. Certo, bisogna fare in modo che arrivi in salute al mese di novembre, se si vuole sperare in una vistosa fioritura, e le accortezze da impiegare in tal senso sono diverse: in questo articolo di approfondimento trovate tutto, più o meno. In ogni caso, i colori dei fiori di Schlumbergera sono diversi: come per l’Aglaonema, se decidete di regalare un Cactus di Natale, compratene di due colori diversi, una da regalare e una per voi.

Stella di Natale

Chiudiamo con un grande classico, la Pianta di Natale per eccellenza: la Stella di Natale, botanicamente nota come “Poinsettia”. Lo so, non sarete originali come nel caso delle piante trattate precedentemente, ma con la Stella di Natale andate sempre sul sicuro. Volete fare una “pazzia”? Compratene una che abbia delle variegature, ce ne sono tante in giro, magari con il rosso sempre preponderante. Non fate che mi comprate la Stella di Natale gialla, eh! Se proprio volete poi essere i “numeri uno dei donatori e donatrici di Stelle di Natale”, allora date alla fortunata o fortunato che la riceverà tutte le indicazioni necessarie per farla sopravvivere anche dopo le Feste, e per provare a farla tornare rossa per il Natale successivo. In questo articolo trovate tutti i dettagli.

Schlumbergera
Stella di Natale

Considerazioni Finali

Eccoci arrivati alla fine di questa carrellata di piante natalizie. Queste sono, in qualche modo, piante che devono la sua fortuna commerciale al fatto di esprimere il loro massimo splendore durante la stagione natalizia. Ricordate però che le piante si possono regalare tutto l’anno, non solo a Natale. Anzi, se quando andate a cena da amici o a pranzo dai parenti, invece di portare vino e paste mignon, vi presentate con una bella pianta, lo spirito del Natale vi accompagnerà tutto l’anno.


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Piante uguali ma diverse: quando l’errore di classificazione è dietro l’angolo

Piante uguali ma diverse: quando l’errore di classificazione è dietro l’angolo

Scritto da Massimo Tortorici, 30 Giu 2022. Pubblicato in Caffè Tropicale.

“Guardate che bello il mio Scindapsus Aureus con le sue foglie verde brillante”; “Raga, questa Monstera Minima mi fa impazzire, guardate come è cresciuta in altezza!”
Quante volte abbiamo letto o sentito frasi del genere, nelle decine di contenuti fruiti tramite i social e abbiamo pensato che quelle piante si chiamassero proprio in quel modo. Curiosi/e, siamo andati/e a cercare foto a supporto fra gli hashtag di instagram o su Google Immagini, avendone praticamente sempre conferma. Già, ma siamo sicuri/e che sia giusto così? Davvero Instagram e Google sono le fonti più autorevoli per consolidare le nostre conoscenze botaniche? Ovviamente no. Voi direte “vabbè, io chiedo al negozio di piante sotto casa o al mio vivaio preferito”. Beh, anche in questo caso camminate su un terreno scivoloso. Quando si tratta di nomi di piante, anche nei vivai più specializzati la trappola è dietro l’angolo: spesso le piante vengono proprio etichettate con nomi sbagliati! E allora che fare?

Una fonte autorevole

E allora bisogna cercare una fonte davvero autorevole: il libro di un esperto? NO. L’enciclopedia di piante in vendita in libreria? NO. Pianteincasa.com? NO 😀
Ci vuole qualcosa di superiore, qualcosa tipo un Orto Botanico attivo in UK da oltre 250 anni, patrimonio dell’UNESCO dal 2003, esteso su 120 ettari, nei quali sono ospitate oltre 50.000 piante, punto di riferimento assoluto ed importante centro di ricerca in ambito botanico, con oltre 300 ricercatori. Di chi sto parlando? Dei Royal Botanic Gardens, Kew, meglio noti come Kew Gardens. Tra gli innumerevoli progetti portati avanti da questo centro di eccellenza mondiale, ce n’è uno molto utile per noi Plant Nerd: si chiama “Plants of the World Online”, una vera e proprio enciclopedia open source, dove sono stipati oltre 1,2 milioni di nomi di piante. Attiva dal 2017 e integrata con il World Checklist of Vascular Plants (WCVP), un dizionario sulle piante, curato sempre da loro, questa è una vera e proprio enciclopedia dove è possibile trovare i riferimenti di qualunque specie di pianta. Per riferimenti mi riferisco non solo al nome del Genere (es: Alocasia) e alla famiglia di appartenenza (es. Araceae); eh no, la cosa bella è che per ogni specie (es: Alocasia Zebrina), sono riportati anche i sinonimi (es: Alocasia Wenzelii, appunto un altro modo di chiamare la Zebrina). Quindi, se avete un dubbio sul nome di una pianta, basterà andare su plantsoftheworldonline, digitare il nome che avete in mente e scoprire se esiste come specie a sé, o se è semplicemente un altro modo di chiamare una specie botanicamente nota con un altro nome. La cosa bella è che, pur trattandosi di un’enciclopedia botanica, trovate anche i nomi comunemente usati (tipo “Orecchie di Elefante” per l’ Alocasia Macrorrhizos, Fiddle-fig Tree per il Ficus Lyrata), e anche in questi casi potreste trovare delle sorprese. E allora via con le rivelazioni!

Filodendro o Monstera Deliciosa?

Risolviamo subito un dubbio base che può sembrare assurdo ai più, ma che in realtà si vede in giro più di quanto si possa immaginare. La pianta con le foglie grandi e i buchi si chiama Monstera Deliciosa e appartiene alla famiglia delle Monstera. Non è un Filodendro. Speriamo che prima o poi tutti i vivai si allineino e la etichettino con il suo vero nome.

Monstera Deliciosa vs. Monstera Borsigiana

Ecco una di quelle discussioni che accendono i cuori di qualsiasi plant nerd. Quella che ho in casa è una Monstera Deliciosa o una Monstera Borsigiana? Le foglie della vostra Monstera Deliciosa sono più piccole di molte altre Monstera viste in giro? È qui che si insinua il dubbio nella vostra mente! Una volta immaginato che potrebbero esserci due specie di Monstera Deliciosa, ci si fionda su internet a cercare: e gli steli, e l’attaccatura delle foglie agli steli, e la dimensione delle foglie…tutte fantasie! La Monstera Deliciosa è UNA SOLA. Monstera Borsigiana o Monstera Deliciosa var. Borsigiana sono semplicemente sinonimi di Monstera Deliciosa. Se vi state chiedendo perché esistono Monstera Deliciosa con foglie enormi e Monstera Deliciosa con foglie piccole, leggete questo articolo.

Epipremnum Aureum o Scindapsus Aureus

Qui si comincia ad andare sul difficile. L’Epipremnum Aureum, chiamato dal 90% delle persone “Pothos” viene anche chiamato Scindapsus Aureus. Scindapsus ed Epipremnum. Le due piante però appartengono a generi diversi. E la differenza in effetti si nota. Prendete appunto un Epipremnum Aureum e uno Scindapsus Pictus e confrontateli: il secondo ha radici più sottili, steli più sottili, nodi più piccoli, foglie più piccole e delicate rispetto all’Epipremnum Aureum. Insomma, apparentemente uguali ma in realtà molto diverse. Detto ciò, potete anche usare Scindapsus Aureus come sinonimo di Epipremnum Aureum, ma sappiate che non è accettato da parecchi esperti botanici.
Pensate sia finita qui la lezioncina sull’Epipremnum, vero? E invece no, ecco in arrivo una vera bomba: il termine “Pothos” non può essere utilizzato nemmeno come sinonimo di Epipremnum Aureum! “Pothos” infatti, è il nome di un vero e proprio genere distinto di pianta, declinato in decine di specie (tra le quali non c’è ovviamente l’Epipremnum Aureum). Ora, siccome qui siamo di fronte ad un errore che coinvolge il 90% dei piantologhi di tutto il mondo (forse anche il 99%), in questo sito web continueremo a chiamarlo Pothos, pur spiegando che in realtà il “Pothos” è tutt’altra pianta.

Rhaphidophora Tetrasperma detta anche Monstera Minima

Eh lo so, tutti noi la chiamiamo ogni tanto Rhaphidophora Tetra…etc. (ogni volta lo scrivo o pronuncio in modo diverso), ma quanto è più comodo chiamarla Monstera Minima? Beh, ho una brutta notizia per voi: secondo i Kew Gardens, “Monstera Minima” non è neanche lontanamente sinonimo di “Rhaphidophora Tetrasperma”. Anzi, stiamo parlando di due specie distinte, l’una appartenente al genere Monstera, l’altra al genere Rhaphidophora. E allora quale abbiamo in casa tutti/e noi: mi spiace, ma è quella con il nome più complicato, “Rhaphid…” Ok, avete capito! È un peccato, perché le somiglianze con la Monstera Deliciosa ci sarebbero, eccome. Però quello che dicono i ricercatori dei Kew Gardens non si discute, si prende per vero.

L’appetito vien mangiando

Bene, avete scaldato i motori? Ora si fa sul serio! Scherzo! Dico la verità, quando ho cominciato ad approfondire questo argomento, ero carico, ma poi mi sono reso conto che non sarebbero bastate 10 pagine di articolo per affrontare tutti i casi di confusione riguardanti i nomi di piante. Qui ho riportato quelli che mi sembravano più caldi. E soprattutto, l’obiettivo era quello di mettere a disposizione di chiunque incappi in questo articolo, uno strumento autorevole, facile da consultare, ottimo per ampliare le proprie conoscenze. Sta a voi scatenarvi e incendiare la barra di ricerca!


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5 piante con fiori adatte per balconi esposti a nord

5 Piante con Fiori Adatte a Balconi Esposti a Nord

Scritto da Massimo Tortorici, 13 Mag 2022. Pubblicato in Caffè Tropicale.

Se un balcone è esposto a nord il sole scarseggia, è vero, però l’intensità della luce, quella rimane ottima, siamo pur sempre abbastanza vicini al Tropico del Cancro. In più, le temperature sono tutto sommato buone.

“Ho un balcone esposto a nord, qui non cresce niente”; oppure “Io ho il sole solo un’ora la mattina e niente più, inutile provare a piantare qualcosa”. Quante volte, parlando di piante, vi siete confrontate/i con qualcuno che sosteneva di avere questi problemi? Anzi, è probabile che, se state leggendo questo articolo, siate direttamente interessate/i, perché vi siete rese/i conto che in realtà, forse, sono tutte scuse. Già, dire che a nord non è possibile far crescere nulla di interessante, potrebbe essere vero forse da Berlino in su, ma non qui da noi, non in Italia! Sia chiaro, la luce, il sole, è fondamentale per tutte le piante. In particolare, è opinione diffusa che più luce equivalga ad una maggiore fioritura. Tutto vero, le piante, per produrre un fiore, hanno bisogno di energia extra, energia che ricavano soprattutto dal processo di fotosintesi, oltreché dal nutrimento assorbito dal terreno. Se un balcone è esposto a nord il sole scarseggia, è vero, però l’intensità della luce, quella rimane ottima, siamo pur sempre abbastanza vicini al Tropico del Cancro. In più, le temperature sono tutto sommato buone. Ed è questo l’altro fattore che fa sì che qui da noi ci siano comunque diverse piante fiorate che si adattano bene ad essere coltivate in balconi esposti a nord. Volete alcuni esempi? Proseguendo nella lettura di questo articolo, ne troverete qualcuno.

Rododendro

Facciamo subito il primo esempio di pianta che, nel suo ambiente originario prospera in pieno sole, mentre da noi preferisce stare a mezz’ombra: il Rododendro. Arbusto solito crescere (per la maggior parte delle varietà) in montagna, anche in posizioni soleggiate, il Rododendro ha bisogno di temperature non troppo alte: tradotto, se abitate nel centro-sud o comunque in una qualsiasi città d’arte italiana, anche del Nord-Italia, il Rododendro dovrete metterlo all’ombra. Il sole caldo dell’estate lo indebolirebbe troppo. Fiori splendidi con pistilli e screziature dei petali particolarissimi. Sì, ma stando a nord, fiorirà? Ma certo! Magari la fioritura sarà meno abbondante di quanto non lo sia nelle zone di origine, ma un Rododendro coltivato in un qualsiasi balcone italiano esposto a nord, con l’aiuto di un buon concime liquido, fa comunque la sua figura. Allo stesso genere, e cioè quello del Rhododendron, appartiene anche l’Azalea, pianta bellissima, che però mi permetto di mettere in secondo piano per tre motivi: è più difficile farla fiorire più anni di fila; sopporta meno il freddo, rispetto al comune Rododendro e la maggior parte delle varietà è decidua; è di dimensioni più contenute. Insomma, se volete una pianta abbastanza solida, duratura e un minimo affidabile, lasciate da parte le Azalee, prendete un Rododendro.

Camelia

Con questa il livello di eleganza tocca i massimi livelli di questo articolo. La Camelia, in particolare la Camellia Japonica (in assoluto la varietà più diffusa), è infatti un arbusto caratterizzato da fiori in grado di fare una seria concorrenza alle Rose. La forma in effetti, da lontano può apparire molto simile, ma la differenza è netta da vicino: i petali della Camellia Japonica si aprono praticamente in orizzontale e sono sovrapposti gli uni sugli altri, dando al fiore un aspetto molto pieno e rotondo. Il colore del fiore di Camelia va dal bianco, al rosa, al rosso (il secondo è quello che preferisco), spine non ce ne sono (altra differenza rispetto alle rose), le foglie sono abbastanza carnose. In generale, una Camelia, se in salute, è in grado di crescere parecchio e va potata solo per regolarne l’espansione. La fioritura a volte può essere talmente abbondante da indebolire la pianta. Non “preoccupatevi”, fiorisce solo tra marzo e maggio. Preoccupatevi sicuramente di metterla al riparo nella stagione invernale, questo sì: le correnti d’aria fredda possono farle parecchio male.

Ortensia

Su questa pianta ce ne sarebbe da dire. È inutile girarci intorno: l’aspetto più intrigante dell’Ortensia è il colore del suo fiore; ed è anche il motivo per cui molti, nel tempo, rimangono delusi. Il fiore dell’Ortensia, infatti può cambiare colore nel tempo. Il motivo risiede nel ph del terreno. Più il ph è basso, quindi acido, più il terreno sarà ricco di ferro, ed il fiore assumerà quindi un colore azzurro, più o meno carico; viceversa, se il terreno avrà un ph più alto, il fiore sarà rosa. Quindi, nel caso in cui voi compriate un’Ortensia per i suoi fiori blu, sappiate che, se negli anni volete continuare ad ammirare quel colore, dovrete garantirgli un terreno con un ph piuttosto acido. Comunque, non andiamo oltre, come detto ci sarebbe un bel po’ da scrivere. In questa sede aggiungo che l’Ortensia amerebbe anche il sole se solo il clima del vostro balcone non andasse mai oltre i 23 gradi (motivo per cui nelle Azzorre ci sono sterminate siepi di Ortensie tranquillamente in pieno sole). In Italia, spesso, proprio l’esposizione a nord garantisce il giusto equilibrio temperatura-luce congeniale all’Ortensia. Non potatela troppo, mi raccomando, tende a rifiorire sui rami dove lo ha già fatto.

Viburno

Diciamolo, questa è la pianta con la fioritura forse meno esaltante, tra tutte quelle trattate in questo articolo. Il Viburno è infatti un arbusto che fiorisce una volta sola l’anno, all’inizio della primavera. I fiori sono piccoli e si raggruppano in grappoli abbastanza appariscenti, di colore bianco, e durano in realtà diverse settimane. Già, ma quelli sono, finito il mese della fioritura non se ne vedranno altri fino all’anno successivo. La particolarità però, sta nel fatto che il Viburno (e mi riferisco alle varietà più diffuse), fruttifica, producendo bacche rosse, molto adatte al periodo dell’anno in cui spuntano, e cioè l’autunno. Il Viburno, a differenza delle altre piante di cui parliamo in questo articolo, in Italia si adatta sia al pieno sole che a mezz’ombra, essendo una pianta piuttosto rustica. Insomma, se volete avere una pianta molto affidabile, quasi immortale, da coltivare sul vostro balcone esposto a nord, con il Viburno non vi sbagliate.

Fuchsia

Eccoci arrivati alla chicca finale: la Fuchsia. Detta anche “Fucsia”, questa pianta è anche la più delicata tra le 5 nominate in questo articolo. La Fuchsia infatti è meno tollerante, sia al freddo (questo in realtà ce l’ha in comune con la Camelia) che al caldo. Il caldo intenso può arrestarne lo sviluppo, il freddo può ucciderla. Quindi, in parole povere, l’esposizione a nord, almeno per le regioni italiane, è la migliore, purché però il vaso sia traslocabile in una zona più riparata, durante l’inverno (mai in casa perché la Fuchsia ama gli ambienti ben arieggiati). Il fiore, particolarissimo, è il motivo, unico direi, per cui la si compra: un “calice” di un colore, da cui spunta una corolla di petali, spesso di un altro colore. Tonalità del rosa, arancio, malva, ce n’è per tutti i gusti, dipende dalla varietà che scegliete. L’importante è dargli, oltre alle giuste condizioni di “freschezza e luminosità”, il giusto apporto idrico, unito ad un buon concime per piante fiorate e il gioco è fatto: durante i mesi estivi avrete un bel cespuglio ricco di campanule bicolore!

Considerazioni Finali

Arrivati a questo punto, avrete capito che in realtà non ci sono piante a cui piace guardare a nord né piante a chi piace guardare a sud. Semplicemente, dovendo noi provare a riprodurre le condizioni il più simili possibili a quelle della loro zona di origine, e tenuto conto delle stagioni, ci sono piante che stanno alla grande in pieno sole e altre che soffrirebbero troppo e che si trovano quindi meglio a stare a mezz’ombra. Insomma, piantologhi esposti a nord, non disperate! Ce ne è anche per voi di piante, e che piante!


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5 Piante con Fiori Ideali per Balconi in Pieno Sole

5 Piante con Fiori Ideali per Balconi in Pieno Sole

Scritto da Massimo Tortorici, 5 Apr 2022. Pubblicato in Caffè Tropicale.

Con questo articolo provo a darvi qualche idea in più, per far esplodere di fiori, e senza grosso sforzo, il vostro balcone esposto a favore di sole.

Siamo in primavera, e come ogni primavera che si rispetti, c’è una vera e propria corsa a riempire i propri balconi e terrazzi con piante e fiori di ogni tipo. I vivai sono letteralmente presi d’assalto, e anche i supermercati più forniti provano a partecipare a questa grande festa delle piante fiorate. I più venduti sono sicuramente loro, le piante più resistenti, facili da coltivare e in grado di riempirsi di fiori del colore che preferiamo: i Gerani. Seguono in classifica le Margherite: Perenni, Africane, Alpine, ce n’è per tutti i gusti. Ma siamo sicuri che sia la scelta migliore? Entrare, ogni primavera, in un vivaio per comprare piante fiorate da mettere in balcone, è davvero quello che vogliamo? Margherite e Gerani hanno qualche limite. Le Margherite, soprattutto in Nord-Italia rischiano grosso in inverno e, se arrivano all’anno successivo, rimane solo la parte alta della pianta, lasciando in vista dei tronchi legnosi non proprio bellissimi. I Gerani sono molto resistenti, è vero, ma sono spesso attaccati dalle famose Farfalle del Geranio, e, un attacco dopo l’altro, si rovinano. In ogni caso, sono entrambe scelte condivisibili, ma forse, nel momento in cui pensate di abbellire il vostro balcone mediamente assolato, non state considerando tutte le opzioni. Con questo articolo provo a darvi qualche idea in più, per far esplodere di fiori, e senza grosso sforzo, il vostro balcone esposto a favore di sole (se avete un balcone esposto a Nord, in quest’altro articolo provo a darvi qualche altro consiglio).

Plumbago

Cominciamo dalla pianta che più assomiglia ad una delle due nominate poco fa: il Plumbago. La somiglianza, nello specifico, è con il Geranio. Il fiore del Plumbago ha un aspetto molto simile a quello del Geranio, con il quale condivide anche il non-profumo. Il portamento però è totalmente diverso. Il Plumbago, infatti, viene anche chiamata Gelsomino Azzurro, per il suo portamento cespuglioso, per la sottigliezza degli steli e per l’aspetto delle foglie. I cespugli di Plumgabo, se gli si da spazio, possono raggiungere dimensioni davvero notevoli, durante la bella stagione. Questo aspetto, unito al fatto che è in grado di produrre tanti fiori azzurri, uno dopo l’altro (se usate un buon concime liquido per piante fiorate), è la chiave del successo del Plumbago. Una pianta in grado di occupare pienamente tutto lo spazio a propria disposizione e che, tra l’altro, è molto resistente ai parassiti. L’unico aspetto vagamente negativo da considerare è la perdita parziale di foglie, in inverno. Voi potatelo a dovere e vedrete che ad ogni primavera esploderà, prima di germogli, poi di fiori.

Lantana

Questa è forse la pianta di minor appeal tra quelle proposte in questo articolo. Già, ma la Lantana è anche super affidabile. Per quale motivo è di scarso appeal? Beh, perché la si trova davvero dappertutto, aiuole, giardini pubblici e privati, zone incolte. Il motivo è molto semplice: la Lantana è una pianta coriacea, in grado di resistere, soprattutto ai parassiti. I fiori della Lantana (anche in questo caso, non profumati) sono piccolini e si raggruppano a formare un ombrellino, spesso con un colore di base espresso in 2-3 gradazioni differenti; si parte ad esempio dal giallo dei fiorellini più centrali di un singolo gruppo, passando poi all’arancione e quasi al rosso per i fiorellini più esterni. A dir la verità il colore è sempre lo stesso, ma con il passare dei giorni i primi fiorellini sbocciati (quelli esterni) scuriscono. La Lantana, con l’inverno, tende a rovinarsi, ed è consigliata la potatura. In primavera sarà una delle prime piante a germogliare, vedrete, e, se la posizione scelta è molto assolata, dovrete fare anche una potatura di mezza estate, se non vorrete che i suoi lunghi rami arrivino fino al balcone del piano superiore al vostro!

Fiore di Plumbago
Fiore di Lantana

Hibiscus

Questa è la pianta fuori categoria. Non tanto per il profumo dei fiori (anche in questo caso, niente profumo), quanto per la loro dimensione. Basti pensare che un singolo fiore di Hibiscus, con il suo iconico pistillo e i suoi grandi petali equivale, in dimensioni, a circa 15 “grappoli di fiori” di Lantana! I colori accesi dei fiori di Hibiscus sono in grado di regalare emozioni e toni esotici a qualsiasi balcone. Una bellezza che va preservata con un minimo di sforzo in più, rispetto alle altre piante presentate in questo articolo. In particolare, sono due i nemici principali dell’Hibiscus: gli afidi e il freddo. Per i primi, l’aspetto positivo è che si tratta di parassiti facili da individuare e anche da trattare, come spiego meglio in questo articolo. Per quanto riguarda il freddo (invernale), invece, potete ovviare coprendo la pianta con tessuto non-tessuto, oppure spostandola in posizione più riparata, ma pur sempre soleggiata. Dare ai vostri Hibiscus qualche ora di sole diretto, anche in inverno, è fondamentale. Non spaventatevi se durante l’inverno (e a inizio primavera) i fiori saranno più piccoli e scoloriti. Con l’arrivo della primavera, riacquisiranno colore e dimensione che vi hanno fatto perdere la testa il giorno in cui li avete comprati.

Dipladenia

Ecco un’altra pianta che, come la precedente, ha un background fortemente esotico. Rispetto alle precedenti, la Dipladenia, ha un portamento del tutto diverso: né cespuglioso, né arbustivo, ma rampicante. Per la verità, non c’è nessun obbligo di far crescere le vostre Dipladenie su un traliccio, anzi, molti le lasciano crescere selvaggiamente in modalità ricadente. Però una Dipladenia riesce molto bene in modalità rampicante, più che altro per la sua capacità di riempire lo spazio a disposizione con fiori di dimensione media, coloratissimi, e soprattutto continui per l’intera stagione calda. A prescindere dal portamento che preferite, la Dipladenia in inverno va potata, per farla ripartire sana e rigogliosa in primavera. Anche lei, come l’Hibiscus, soffre un po’ gli attacchi degli afidi; come detto però non è così difficile individuarli e debellarli. Di colori dei fiori ce n’è diversi, potrete sbizzarrirvi. Un paio di Dipladenie, insomma, non ve le toglie nessuno!

Fiore di Hibiscus
Fiore di Dipladenia

Rincospermum

Dopo tante piante con fiori bellissimi, ma non profumati, eccone una che capovolge la regola: il Rincospermum, detto anche Falso Gelsomino. Questo nomignolo è dovuto difatti a diverse somiglianze che questa pianta ha con il Vero Gelsomino, in particolare i fiori: bianchi, della stessa forma e, soprattutto, profumatissimi come quelli del Gelsomino. La fioritura del Rincospermum però, avviene prettamente in un’unica ondata, entro metà primavera e in quantità industriale. Il profumo è irresistibilmente forte e perdura per un paio di settimane. Un peccato però, il fatto che non duri fino ad ottobre, direte voi. Vero, ma il Rincospermum ha dalla sua il fatto di essere in grado di riempire molto più un traliccio, un’intera parete, o una cancellata di verde (e di bianco, quando fiorisce), rispetto al Vero Gelsomino, più cespuglioso e disordinato; in più è molto resistente, sia alle correnti d’aria fredda, sia agli attacchi parassitari. Insomma, se volete andare sul sicuro per avere una fitta siepe, all’occorrenza fiorata e profumata, andate sul Rincospermum.

Considerazioni Finali

Le piante citate in questo articolo, sono solo alcune delle possibili piante con fiori da tenere in considerazione per abbellire i propri balconi, terrazzi, giardini. I Gerani sono sempre una delle scelte migliori, sia chiaro, altrimenti non avrebbero il successo di massa che hanno. Se però lo spazio che volete riempire è ben soleggiato, e le temperature minime della vostra zona non vanno quasi mai sotto lo zero, sappiate che potete sbizzarrirvi: Hibiscus, Dipladenie, Lantane…prendetene 2-3 varietà per ciascuna e lasciate che il vostro balcone esploda di colori accesi per tutta la bella stagione!


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Le 6 piante ricadenti che non possono mancare in casa

Le 6 Piante Ricadenti che non Possono Mancare in Casa

Scritto da Massimo Tortorici, 7 Feb 2022. Pubblicato in Caffè Tropicale.

Quante volte vi è capitato di meravigliarvi ammirando una bella pianta ricadente appesa sopra il bancone di un bar, penzolante nella vetrina di un negozio, o posizionata a cascata in cima ad una libreria o su una mensola nel soggiorno di un’amica/o? Ora, 9 volte su 10 quella pianta è un “Epipremnum Aureum”, meglio noto come “Pothos”. Però di piante che hanno queste caratteristiche ce ne sono molte e vi assicuro che una volta che cominciate con una, difficilmente vi fermerete lì. Piuttosto, dovrete stare attenti a non farvi prendere la mano, potreste finire col montare una mensola al mese in giro per casa, solo per il gusto di posizionarci sopra la vostra nuova pianta ricadente. Eccovi qui le 6 ricadenti che non potete non avere!

Pothos

Partiamo dalla più diffusa. Perché lo è? Ovviamente perché è in assoluto una delle piante più facili da curare! Il Pothos è una pianta che regge abbastanza bene ad eventuali maltrattamenti. Che ci sia poca luce o troppa, che lo innaffiate troppo poco o eccessivamente, che si becchi sbalzi d’aria o sia esposto a 30 gradi fissi, il Pothos è in grado di reggere l’urto. Certo, non esagerate eh! E non pensate sia in grado di subire tutto ciò senza alcuna conseguenza. Però i rami spessi e robusti, le foglie turgide, il ritmo di crescita e soprattutto i nodi super reattivi, fanno del Pothos una pianta in grado di rigenerarsi facilmente, anche nelle condizioni più insperate. I nodi, sì, quelle protuberanze presenti sui rami praticamente in corrispondenza di ogni foglia: metteteli in acqua e spunteranno nuove radici dopo pochi giorni; tagliate il ramo poco sopra ad uno di essi e ne spunterà una nuova foglia, e quindi, un nuovo ramo. Per il resto, a livello decorativo nulla da dire: le foglie grandi e una buona velocità di crescita, vi permettono di riempire lo spazio aereo che desiderate in un tempo relativamente breve. La varietà più diffusa è quella base (Epipremnum Aureum), ma se volete colori più particolari, andate sul Pothos Neon, con foglie di un verde talmente chiaro da sembrare giallo, oppure sul Pothos Marble Queen, con foglie dalle striature bianche e delicate. Ne volete uno bicolore? In questo caso, prendete un Pothos ‘Njoy, foglie misto verde/panna irresistibili!

Pothos ‘Njoy
Pothos Marble Queen

Scindapsus Pictus

Una pianta molto simile alla precedente, talmente simile da aver dato il nome, per diversi anni (e tuttora accade spesso) all’Epipremnum Aureum, spesso chiamato Scindapsus Aureus. La realtà è che stiamo parlando di due piante diverse. Lo Scindapsus Pictus, in comune con il Pothos, ha solo la forma delle foglie, per il resto è tutto leggermente diverso, più delicato. I rami sono più sottili, la consistenza delle foglie diversa, i nodi più piccoli, le radici meno possenti. Anche il ritmo di crescita è più contenuto, più lento. Tutti questi aspetti potrebbero renderlo meno accattivante di un Pothos, ma in realtà l’eleganza delle foglie di Scindapsus Pictus ha pochi eguali. Le screziature argentate ne fanno in assoluto una delle piante più iconiche e, aggiungo, ipnotiche, degli ultimi anni. La varietà più diffusa è l’Argyraeus, che ha foglie con un buon bilanciamento verde scuro/argento, ma ci sono altre varietà, come l’Exotica o la Silver Splash, che possono garantirvi foglie più grandi e più sbilanciate sull’argento o sul verde, a seconda dei vostri gusti.

Philodendron Scandens

Eccoci al secondo sosia del Pothos. Foglie a forma di cuore, nodi reattivi, foglie nuove che vengono fuori ciascuna dalla precedente…però neanche questo è un Pothos! Il Philodendron Scandens è, come dice il nome, un membro della famiglia dei Filodendri. Il piccolino di casa non è però meno affascinante dei cugini gigantofolia. Anzi, ormai si è conquistato la sua porzione di pubblico. Nello specifico, due sono le varietà più conosciute, una l’opposto dell’altra, per definizione: il Philodendron Scandens Micans, dalle foglie verde scuro, un verde con riflessi di un lucido così particolari da far sembrare le foglie vellutate; il Philodendron Scandens Brasil, dalle foglie di un misto verde/giallo, dalle tonalità così accese da ricordare, appunto, i colori della bandiera brasiliana. Due varietà capaci di evocare emozioni profondamente diverse, ma proprio per questo, da avere in simultanea, per poterne godere a seconda dello stato d’animo del momento.

Scindapsus Pictus
Philodendron Scandens Brasil

Eschinanto

Qui si entra in un mondo diverso, rispetto a quello delle Aracee, famiglia alla quale appartengono le tre piante viste finora. L’Eschinanto non ha nodi sui suoi rami, condizione questa che non gli permette di poter crescere in verticale, aggrappandosi ad eventuali sostegni tramite le radici aeree nate dai nodi. L’Eschinanto è semplicemente ricadente. E tremendamente cespugliosa. Ce ne sono tante di varietà di Eschinanto, detto anche Aeschynanthus o “Pianta del Rossetto”. Perché? Per i suoi bellissimi fiori tubulari color rosso fuoco! La fioritura, che si verifica in pieno inverno, è sicuramente il punto di forza dell’Eschinanto. Anche le foglie di un bel verde acceso hanno il loro fascino. L’unico problema è mantenerle in salute. Spesso, per carenza di nutrienti o per l’assenza di una o più condizioni ideali, l’Escinanto (può essere chiamato anche così) può perdere le foglie su uno o più rami. In questo caso potateli e dove prima c’erano foglie spunterà qualche nuovo ramo, in grado di rinfoltire la vostra pianta. Quali sono le condizioni ideali? Tanta luce indiretta, un buon livello di umidità e acqua a sufficienza (niente ristagni nel sottovaso, mi raccomando).

Ceropegia Woodii

Eccoci arrivati a quella che forse è la pianta ricadente dall’aspetto più delicato: la Ceropegia Woodii! Amatissima per le sue foglioline a forma di cuoricino che spuntano dai rami esili, questa pianta non a caso viene anche chiamata “Collana di Cuori”. Come intensità di colore siamo sulle stesse frequenze dello Scindapsus Pictus, ma l’uso che ne va fatto è diverso. La Ceropegia Woodii, infatti, si presta molto bene ad essere appesa davanti ad una finestra (sopporta meglio il sole diretto, ma sempre meglio se la finestra è esposta a nord), o su una mensola, avendo foglie e rami piccoli. Lo sfondo chiaro è fondamentale per mettere in risalto le sue foglioline, su una libreria rischia di non risaltare come si deve. La Ceropegia Woodii è una pianta abbastanza semplice da tenere, basta non innaffiarla troppo. Meglio bagnarla per sub-irrigazione (20-30 minuti circa tramite sottovaso), per evitare che un terriccio troppo a lungo umido in superficie possa indurre marciume del colletto. Non avete scuse, lo spazio per lei lo trovate di sicuro.

Senecio Rowleyanus

Tra le piante proposte questa è di sicuro quella fuori dagli schemi! Le foglie sono TUTTO: eh sì, non sono pisellini verdi, ma vere e proprie foglie. Oltre alla forma, un altro aspetto super originale sono le strisce traslucide che le attraversano. Queste caratteristiche hanno fatto guadagnare al Senecio Rowleyanus, il nomignolo di “String of Pearls” (Collana di Perle), ma dalle nostre parti è molto conosciuta come “Pianta del Rosario”. Nomignoli a parte, il Senecio Rowleyanus si differenzia da tutte le altre piante ricadenti citate in questo articolo, per il fatto di essere una pianta succulenta. Ciò vuol dire che il terreno nel quale la si coltiva deve essere differente (più sabbioso, come di solito è quello specifico per piante grasse), ma soprattutto che bisogna stare molto, ma molto, attenti con le annaffiature. Il marciume è dietro l’angolo, se decidete di tenerla dentro casa dovrete tenere a freno le mani e innaffiare sempre per sub-irrigazione, in modo da lasciare asciutto lo strato più superficiale del terriccio. La luce è fondamentale, dev’essere bella intensa. Il Senecio Rowleyanus tollera bene anche qualche ora di sole diretto, quindi, potrebbe cavarsela anche appeso davanti ad una finestra. Comunque, sta benissimo anche su una mensola, ma è dentro una Testa di Moro che trova la sua casa naturale.

Ceropegia Woodii
Senecio Rowleyanus

Considerazioni Finali

Quelle trattate in questo articolo, sono solo alcune delle possibili piante con le quali potete abbellire le vostre librerie e mensole. In generale, una scelta vincente e di impatto, può essere quella di combinare una o più varietà della stessa pianta o di piante simili. Ad esempio, io trovo che un Philodendron Scandens Micans stia molto bene a penzolare accanto ad uno Scindapsus Pictus Exotica; ma le combinazioni possono essere molteplici. L’importante è non fermarsi al primo Pothos. Vedrete, non ve ne pentirete.


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Piante in Casa: le 5 regole da seguire quando si rientra dalle vacanze (estive)

Piante in Casa: le 5 regole da seguire quando si rientra dalle vacanze (estive)

Di Massimo Tortorici | Pubblicato in Caffè Tropicale il 28 – Aggiornato 23 Ago 2022

Una nuotata nel mare cristallino, una giornata in barca, un cocktail al tramonto con i piedi nella sabbia, una camminata in mezzo alla natura, una serata passata a bere drink con gli amici…sono tante le attività che si fanno in vacanza, soprattutto in estate, ci si rilassa, il tempo scorre senza che ci si accorga, si spegne il cervello…o quasi. Ogni tanto, un pensiero latente si affaccia nella mente di ogni plantlover che si rispetti: chissà come troverò le mie piante!? La temperatura in casa sarà accettabile? Quante foglie nuove troverò, quante secche? I parassiti staranno banchettando su quale delle mie tropicali? Starà funzionando bene l’impianto di irrigazione esterno? E se passa una tromba d’aria e spazza via tutto? Poi arriva (per fortuna) l’ennesima attività vacanziera, e porta via ogni preoccupazione.

La questione però è solo rimandata, dentro di noi, sappiamo che prima o poi andrà affrontata e che sarà la prima cosa che andremo a vedere una volta rimesso piede in casa.

Vediamo allora cosa fare quando si rientra dalle vacanze estive, per ripristinare il rapporto di fiducia creato nei mesi precedenti con le nostre piccole amiche verdi.

Regola numero 1: spalancate le finestre

Due settimane, o tre, quanto siete state/i fuori? Sia che abbiate ben annaffiato le vostre piante dentro casa prima di partire o che abbiate avuto la fortuna di appoggiarvi su una/un plant sitter, o ancora che abbiate sperimentato qualche metodo innovativo per tenere adeguatamente umido il terreno delle vostre piante, una cosa gli è mancata di certo: l’aria! Spesso sottovalutato, il ricambio d’aria in casa è fondamentale per la salute delle nostre piante. La fotosintesi ha bisogno di una gran quantità di Anidride Carbonica ogni giorno, oltreché di tutta una serie di altri elementi. Anche se avete lasciato uno spiraglio aperto in bagno o se c’è qualche spiffero, la quantità di aria che entrerà non sarà mai sufficiente. Pensate a quanta più aria prenderebbero le nostre piante se stessero fuori, come madre natura ha stabilito. Una pianta al chiuso per due settimane, già dopo 7 giorni respira come può respirare un maratoneta al trentacinquesimo chilometro. Quindi, appena entrate in casa, spalancate le finestre, al resto penserete dopo.

Regola numero 2: innaffiate abbondantemente

Sarà banale, ma ovviamente la seconda cosa da fare è controllare il terreno delle vostre piante. Io di solito annaffio direttamente, con il giusto concime liquido naturalmente, per diversi motivi: di solito faccio le vacanze estive in agosto, stando fuori mediamente 2 settimane, come il 90% degli italiani, e quindi faccio fatica a trovare plant sitters. In più, sono un purista dell’irrigazione classica, e se annaffio le mie piante tanto e poco frequentemente per tutto l’anno, non vado a modificargli l’apporto idrico ricorrendo a qualche strumento “innovativo”, solo perché starò fuori 15 giorni (anche se sono i più caldi dell’anno); preferisco dar loro un trauma da “leggera” siccità, piuttosto che dar loro un trauma da eccesso idrico e di umidità, è una scelta. Quindi, con molta pazienza, prendo annaffiatoio e concime e procedo, senza distinzioni. Ah, utilizzo, insieme al concime, anche un Biostimolante apposito, nello specifico Algatron di CIFO, che serve proprio ad incrementare le percentuali di sopravvivenza di una pianta in vista di shock termici, come spiego meglio in questo articolo. Comunque, chiudo il giro di innaffiata, ripristinando il livello di acqua preferito per le piante in idro- o semi-idroponica. Ovviamente, date una bella vaporizzata di acqua distillata su qualsiasi foglia vi capiti sotto tiro, visto che ci siete.

Regola numero 3: verificate bene la presenza di parassiti

Finestre chiuse, serrande o persiane aperte, luce, caldo, poco ricambio d’aria. È in condizioni come questa che possono fare la loro comparsa odiosi parassiti. In realtà solo un tipo di parassita può facilmente proliferare in situazioni come questa: il ragnetto rosso, o qualsiasi stra-maledetto tipo di acaro. La prima volta che si vive una simile esperienza, è quasi peggio di quando scopri che ti sono entrati i ladri in casa. Un intruso ha banchettato, a tua insaputa, su una creatura che tu hai curato per mesi e mesi con tanto amore, e non hai potuto far nulla per evitarlo. Una volta che ciò accade, dovete sperare che la pianta attaccata sia una sola. Che sia una o più, niente panico. Bisogna essere freddi e agire subito. Se siete fortunati e scovate l’odioso intruso all’inizio del suo banchetto, potete provare a risolvere semplicemente utilizzando un prodotto specifico. Altrimenti, se la vostra pianta è messa davvero male, ci vuole la terapia d’urto. Tagliate via tutte le parti attaccate, pulite bene il resto della pianta, utilizzate pure un prodotto contro gli acari, e portatela fuori, se avete un balcone. Se la pianta era sana prima della vostra partenza, si riprenderà.

Regola numero 4: rimuovete foglie e rami secchi

Se avete anche voi avuto difficoltà a trovare una/un plant sitter e non vi siete fidate/i di cambiare metodo di irrigazione, allora è possibile che qualcuna delle vostre piante abbia risentito dell’assenza di acqua e di umidità. Foglie ingiallite, a volte secche, bruciate ai margini per l’aria troppo secca, sono l’ordinario quando si lasciano le piante a 30 gradi fissi in casa, senza aria né acqua, per 14 giorni e più. Trovare una pianta con qualche foglia gialla è comunque un finto problema: rimuovete le foglie secche o ingiallite, e, nei casi più seri, valutate se procedere con qualche potatura, in modo da sfruttare gli ultimi scampoli di estate per far spuntare qualche germoglio che possa, un domani, rinverdire quello spazio lasciato vuoto. Qualora troviate una delle vostre piante quasi completamente secca, per prima cosa perdonatevi, a tutti può succedere di dimenticare una pianta nel rush di innaffiature pre-partenza; poi, potatela a più non posso, innaffiatela. Con un po’ di fortuna, potrebbe farcela.

Regola numero 5: aiutate la ripresa delle vostre piante con un biostimolante

Ok, queste erano le regole base. Ma ce n’è una un po’ più tecnica che però è anche la più semplice da applicare: irrigare le vostre piante con un biostimolante specifico. I biostimolanti sono prodotti molto utili per dare un boost a piante malandate o non in perfetta forma, aiutandole a riprendersi, colmare gap nutritivi, aumentarne lo stato di salute. Si è già detto di Algatron, ma in questo tipo di situazione, e cioè dopo 2 settimane o più di caldo intenso e scarso, se non nullo, apporto idrico, il biostimolante più appropriato è Sinergon Plus di CIFO. Questo prodotto è infatti perfetto per far riprendere una pianta da shock termici o di qualsiasi altro tipo, e agisce rapidamente. Se però siete state/i previdenti utilizzando Algatron prima di partire, troverete Sinergon utilissimo per l’altro scopo per il quale lo si utilizza: aumentare la capacità della pianta di assorbire gli antiparassitari. Vedrete, a periodo-serra superato e a pericolo post-stress scampato, non dico che ci vorrete fare colazione con i biostimolanti (puzzano in maniera indescrivibile), ma ringrazierete voi stesse/i per aver investito quei pochi euro.

E infine: mettete a posto il resto e godetevi le novità

Avete spalancato le finestre, innaffiato e vaporizzato le chiome delle vostre piante, azzerato i parassiti, rimosso foglie gialle e potato rami secchi? Bene, ora finalmente potete dedicarvi alle classiche attività post-rientro: disfacimento valigie, staffetta di bucati, spesa post-atomica per riempiere il frigo vuoto, etc. Perché si sa, noi plantlovers possiamo pure andare in viaggio, estraniarci e credere di poter vivere senza le nostre amate piante. Ma una volta rientrati a casa, lasciamo la valigia all’ingresso, e la prima cosa che pensiamo è “fammi vedere se quella foglia di Monstera si è srotolata e quanti buchi ha” oppure “chissà se la Polly ha fatto nuove foglie”. E quando scopriamo che tante piante se la sono cavata bene anche senza di noi, in condizioni estreme, è lì che ci proiettiamo inconsciamente alla prossima vacanza. Perché fare un tuffo da una roccia, una giornata in barca, un aperitivo in spiaggia, una camminata fino alla cima di una montagna, una serata speciale in compagnia di amici o consorti, sono tutte esperienze molto belle; rendersi conto di come le nostre amiche verdi crescano e si adattino alle difficoltà è un’esperienza bellissima.


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Le 5 piante più facili da tenere in casa

Le 5 Piante più Facili da Tenere in Casa

. Pubblicato in Caffè Tropicale.

Quello di arredare casa propria, che sia una villa a due piani o un monolocale, con le piante, lussureggianti tropicali o esotiche piante grasse, è di sicuro uno dei trend del momento. Le piante sono ovunque intorno a  noi, gli stili “esotico”, “etno-chic” e “urban jungle” dilagano nei locali di ultima generazione e sulle riviste di brand di arredamento, impossibile starne fuori. Anche per voi, sedicenti pollici neri. Quella di “essere dei pollici neri” è una delle scuse utilizzata più spesso per tirarsi fuori dalla mischia, quando si parla di avere delle piante in casa. Poi, certo, ci sono tanti altri motivi: mancanza di gusto, disinteresse totale verso il mondo delle piante, o ancora “non sono mai a casa” (una volta forse), oppure “ho un cane/gatto in casa”. Sacrilegio! Gli animali vanno matti per le piante, e comunque ce ne sono molte di innocue (senza spine, nè elementi tossici), tra l’altro difficilmente distruttibili dai nostri amici a quatto zampe.
Ma tornando alla scusa principe, “Non Esistono Pollici Neri” è il motto di pianteincasa.com e uno dei modi che avete per provare a voi stessi questa incontrovertibile verità è comprare una pianta facile da mantenere e mettervi alla prova. Il primo passo è leggere questo articolo fino in fondo;  il secondo è uscire, andare in un vivaio, da IKEA, al supermercato o al chiosco sotto casa, e comprare una di queste 5 piante!
PS:  non inserisco cactus o piante notoriamente conosciute come “piantine grasse” perchè quelle di default fanno parte della classifica. Molto di quanto leggerete nelle prossime righe, comunque, vale anche per loro.

Dracena

Questa pianta, di cui esistono numerose varietà, è facilmente rintracciabile in numerosi uffici o negozi, e già questo è sintomo di alta adattabilità e praticità di manutenzione. Un altro dei motivi è sicuramente il portamento, dal momento che cresce in altezza e che quindi risulta perfetta per essere collocata in ambienti piccoli. Compacta, Fragrans (nota anche come Tronchetto della Felicità, Marginata. Sono queste le tre varietà più diffuse e apprezzate, ma ce n’è davvero per tutti i gusti. Veniamo alle cure: praticamente quasi nulle! La Dracena resiste parecchio alla siccità, diciamo che regge tranquillamente 3 settimane senz’acqua (a meno che in casa vostra non facciano 30 gradi di media!); per sicurezza meglio non andare oltre un’annaffiatura ogni 2 settimane, in estate. In termini di esposizione, come ogni pianta che si rispetti vive sicuramente meglio in una zona luminosa, sopportando egregiamente anche un paio d’ore di luce diretta  senza rovinarsi, ma se volete abbellire una zona non così luminosa della casa, la Dracena dovrebbe comunque andar bene! Sufficientemente resistente anche agli sbalzi di temperatura, evitate solo di metterla davanti a stufe, termosifoni, condizionatori. Difficilmente viene attaccata dai parassiti (a meno che non la teniate quasi al buio e la innaffiate ogni due giorni).

Falangio

Forse la meno facile tra le facili di questo articolo, il Falangio, noto anche come Nastrino, Spider Plant, o, per gli appassionati di botanica, come Chlorophytum, va comunque incluso di diritto in questa breve lista. Pur essendo originario dell’Africa Meridionale, quindi abituato per natura a climi caldi, non è raro vederlo in inverno mezzo-agonizzante in una vasiera fuori da qualche negozio. “Mezzo” però, perchè poi con la primavera si riprende alla grande, eccome! Comunque, il modo migliore per tenerlo in salute e metterlo in casa. Per il portamento cespuglioso, risulta perfetto su una credenza, al centro di un tavolino, sopra una libreria o, per i più audaci, appeso con un gancio al soffitto. Tenuto alla temperatura giusta, necessita davvero di poche cure: una buona bagnatura ogni 10/14 giorni, dipende da quanto il terreno impiega ad asciugarsi, parecchia luce indiretta a disposizione, e ogni tanto una nebulizzata di acqua (meglio se distillata) sulle foglie. Quest’ultimo è l’accorgimento che rende il Falangio la pianta più difficile tra le facili. Valutate voi se è troppa fatica!

Pothos

Tutti voi avrete visto una pianta di Pothos scendere abbondantemente da una mensola o da una libreria a casa di un amico, o direttamente da un cestino appeso al soffitto in un locale e avrete sicuramente pensato: bella, ma quanto deve essere scomodo annaffiarla! Quello che però non sapete è che questa, in molti casi scomoda operazione, va fatta mediamente (quello che fa la differenza è quanto è asciutto/bagnato il terreno) una volta ogni 8-9 giorni in estate, una ogni 2 settimane in inverno. Poi, certo, se proprio vi da noia, potreste anche optare per una crescita in altezza su di un sostegno, ma non vorrete mica trasformare casa vostra nell’ingresso di un palazzo o in un ufficio, giusto? Non confondetevi con lo scindapsus o il philodendron scandens, sono molto simili, ma il pothos, anche noto come epipremnum ha foglie più resistenti, cresce ad una velocità doppia, e vive bene anche se la sua chioma non viene nebulizzata ogni settimana. Pur amando avere acqua quando il terreno si asciuga, resisterà egregiamente anche se tarderete l’innaffiatura di qualche giorno. Se volete esaltarne la variegatura delle foglie, piazzatelo in un luogo bello luminoso; vice-versa, resisterà lo stesso, ma sarà sicuramente meno bello, a voi la scelta..

Sansevieria

Questa pianta, molto in voga negli anni ’70 e ’80, è tornata recentemente di moda, probabilmente perchè, oltre ad essere altamente decorativa per via delle sue foglie dai colori vivi, è anche molto facile da mantenere in casa. Prendete i punti di forza descritti per la Dracena e moltiplicateli per due. La Sansevieria è doppiamente resistente, doppiamente adattabile, doppiamente poco ingombrante. Potete innaffiarla anche solo una volta al mese durante l’inverno, un po’ di più durante l’estate, resiste alla grande anche in situazioni di scarsa luminosità, anzi, nel caso in cui  venga posta ad esempio in un ambiente nel quale la luce viene dall’alto, tipo una mansarda, le foglie tenderanno a crescere il più possibile in altezza, seppure molto lentamente. Mai vista una Sansevieria attaccata dai parassiti, il danno maggiore che può subire è un eccesso idrico, ma come detto, una volta ogni 20-30 giorni è una buona frequenza di irrigazione. Occhio se siete inclini al collezionismo, potreste prenderci pericolosamente la mano (ne esistono circa 70 varietà, tutte tremendamente belle).

Zamioculcas

Eccoci al mostro finale, anzi in questo caso alla vera regina della categoria. La Zamioculcas, a volte chiamata erroneamente Zamia,  è una pianta che, fino a qualche anno fa, non esisteva neanche sui libri botanici, a momenti. Ma ora si è decisamente presa la scena: vi basterà andare in qualsiasi reparto piante di qualunque supermercato per trovarne qualche esemplare in vendita. Il motivo? È in assoluto la pianta apparentemente non succulenta più facile da mantenere! Come detto, è solo “apparentemente” non succulenta, perchè in realtà lo è a tutti gli effetti. Questo è l’aspetto principale che dovrete tenere in mente in ottica manutentiva: la Zamioculcas può essere innaffiata anche una volta al mese in inverno, o comunque deve esssere bagnata quando il terreno è molto asciutto, un pò come acccade per le Sansevierie. In questo caso possiamo dire che, meno cure le date, meglio è…dimenticatevela se possibile! L’aspetto incredibile nonostante il verde brillante delle sue foglie carnose, è che resiste benissimo in condizioni di scarsa luminosità.


Considerazioni Finali

Che dire, che siate a vostra insaputa amanti delle piante, o persone apparentemente non interessate all’argomento, vale sempre la pena comprare una o due piante di questa breve lista. Fate finta si tratti di pezzi di arredamento (anzi no, lo sono a tutti gli effetti)  e vedrete che senza fare particolari sforzi, alla fine ne sarà valsa la pena!


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Le 10 Piante da Interno più Cool

Le 10 Piante da Interno più Cool

Scritto da Massimo Tortorici, 16 Mar 2021. Pubblicato in Caffè Tropicale.

Vi sarà capitato di fare un giro su alcune pagine instagram di plantlovers più o meno neofiti o di farvi ammaliare da immagini dal gusto vagamente esotico sul catalogo di qualche negozio di arredamento, oppure ancora entrare in un locale arredato in stile esotico-tropicale, per poi ritrovarvi a casa chiedendovi: come si chiama quella pianta bellissima, con quei colori brillanti, quelle foglie particolari, quell’aspetto così inimitabile?
O, più semplicemente, avete deciso così, all’improvviso, che volete cominciare a mettere qualche bella pianta tropicale in casa e non sapete da dove cominciare.
Beh, in entrambi i casi siete nel posto giusto: eccovi la lista delle 10 piante più cool che si possano avere in casa, almeno per quest’anno!

Sansevieria

Partiamo dalle basi. Se siete alle primissime armi e/o volete una pianta da appartamento senza troppe pretese in termini di cure, ma comunque super decorativa, la Sansevieria è la pianta che fa per voi! Le caratteristiche, infatti, parlano chiaro: pianta succulenta, potete innaffiarla anche solo una volta al mese durante l’inverno, un po’ di più durante l’estate, resiste alla grande anche con poca luce, è difficilmente attaccata da parassiti. Ha anche dei super-poteri: la Sansevieria fa parte infatti di un ristretto pool di piante con qualità depurative dell’aria. Non fa solo la fotosintesi, assorbendo anidride carbonica, ma assorbe anche una serie di sostanze nocive solitamente presenti, seppur in piccole quantità, nelle nostre case (forma-aldeide, monossido di carbonio, etc.).
Di varietà di Sansevierie ce n’è per tutti i gusti, davvero, se avete il pallino del collezionismo, potrebbero essere la vostra nuova droga! Comunque, 3 di queste varietà le potete trovare praticamente ovunque, non solo nei vivai, ma spesso nei supermercati o da IKEA, in particolare la Sansevieria Laurentii, la S. Cylindrica, e la Sansevieria Zeylanica. Queste 3 varietà sono adatte a tutte le tasche e, se non fate cose assurde, una Sansevieria è per Sempre!

Pilea Peperomioides

Entrata prepotentemente nelle case di tutti i plantlovers già da un po’ di anni, il suo appeal è in continua crescita. Forse perché la Pilea viene “Venduta” come pianta da condividere con gli altri, per le sue capacità di auto-riprodursi con mini-piantine che crescono direttamente dal fusto interrato della pianta-madre. Comunque, condivisa o no, la Pilea Peperomioides, anche nota come “Pianta delle Monete Cinesi”, è simbolo di abbondanza e prosperità; ma il soprannome legato alle monete è anche dovuto alla particolare forma delle foglie, che poi è il motivo principale per il quale la popolarità della Pilea è cresciuta enormemente, anche grazie a canali come Instagram e Pinterest. Certo, non è ai livelli di facilità di manutenzione tipici della Sansevieria, ma sicuramente rimane una pianta all’altezza di molti neofiti. Prezzi d’acquisto OK, ma ricordatevi di prenotarne una “figlia” se vedete una Pilea-madre in casa di qualche vostro amico!

Stephania Erecta

In assoluto LA Pianta del 2021 (e anche del 2022)! Va citata subito dopo la Pilea, per via delle foglie, vagamente simili, ma non lasciatevi ingannare…la Stephania Erecta è una pianta completamente diversa. Se provate a cercare su Google non sarà facile trovare informazioni, è davvero una novità assoluta nelle nostre case. Il portamento è dannatamente elegante con un fusto sottile da cui si dipanano le foglioline circolari, ma l’aspetto che la rende una pianta curiosa e cool al tempo stesso è il fatto che in commercio si vendano solo Bulbi, a prezzi, naturalmente, piuttosto elevati. È questo lo step successivo di qualsiasi plantlover o aspirante pollice verde, far nascere una pianta e prendersi cura di lei fin dai primi germogli. A noi la Stephania Erecta piace soprattutto per questo.

Senecio Rownleyanus

Tra le piante “ricadenti” o “pendenti” o…avete capito, quelle piante che hanno tante ramificazioni che crescono in lunghezza, c’è sicuramente il Senecio Rownleyanus. Diciamo subito che non è per niente facile tenerlo in casa, perché bisogna garantirgli una discreta aerazione e una buona dose di luce solare diretta, due cose che non sempre è possibile avere nei nostri ambienti indoor. Se però avete voglia di appendere un vaso accanto ad una finestra, magari avvolto in un fagotto in Macramè, il Senecio Rowleyanus è la pianta perfetta. Le sue foglie a forma di pisellino verde sono davvero inimitabili e inconfondibili e sarà difficile trovare un amico o un parente che, entrando in casa vostra, non noterà questo particolare. Prezzi OK, generalmente costano più i vasi decorativi abbinati che la pianta in sé!

Monstera Adansonii

Lo so, state pensando che secondo voi qui ci dovrebbe stare la cugina più grande di questa piccolina, SUA MAESTA’ Monstera Deliciosa. Però quella la conoscete tutti, sbaglio? Quindi, forse è il caso di spendere due parole per questa specialità della stessa famiglia, la Monstera Adansonii. Ovunque viene chiamata anche “Monkey Mask”, forse perché le foglie, grandi quanto la capoccia di una di quelle scimmie che sono solite stare sugli alberi (escluso l’orango tango, che è un bestione!) sarebbero adatte per i loro travestimenti carnevaleschi! Vallo a sapere…quello che è certo è che questa piccoletta sta conquistando sempre più terreno nei cuori dei plantlovers amanti di tropicali…almeno fino a quando non comincia a dare problemi! Già, perché non è facile mantenere con successo una Monstera Adansonii in casa! Si trova in tutti i vivai a prezzi più che accettabili.

Calathea Orbifolia

Di Calathee ce ne sono molte, ma questa è sicuramente una degna rappresentante della categoria, per l’argomento di questo articolo. Sarà per le sue foglie più chiare rispetto a molte altre cugine della famiglia, con colori tenui e incredibilmente eleganti, ma questa bellezza è la Calathea Regina su Instagram. Il livello di difficoltà è meno alto di quanto si racconti in giro; certo, se volete una pianta da interni auto-sufficiente, non è questo il caso! La Calathea Orbifolia, come tutte le altre componenti della famiglia, sta bene anche in una zona non troppo luminosa. Anzi, meno intensa è la luce che la circonda, più accese ed evidenti sono le bellissime trame delle sue foglie…ma non esagerate, ha comunque bisogno di un bel po’ di luce indiretta! Prezzi più alti rispetto a tutte le altre “cool plants” trattate finora, ma la bellezza e la grazia si pagano!

Maranta Leuconeura (Fascinator)

Strettamente imparentata con la Signora qua sopra c’è questo gioiellino, la Maranta Leuconeura Fascinator. In comune hanno praticamente tutto: stesse cure, stesse condizioni ideali, stesso livello decorativo del fogliame, stesse abitudini “religiose”. Sì, perchè uno dei motivi che fa impazzire tutti i possessori o aspiranti tali di una Marantha o di una Calathea è il comportamento delle foglie che si alzano col buio e si abbassano il mattino dopo con le prime luci…un “atteggiamento” che le ha fatto guadagnare l’appellativo di “Pianta della Preghiera”. Sulle foglie c’è poco da dire, basta guardare qualsiasi foto, in particolare della varietà “Fascinator” per rimanerne affiscinati per l’appunto, senza fiato.

Alocasia Zebrina

Se la batte con le sue cugine, la Alocasia Amazonica e la Macrorrhiza, ma non può che essere lei la degna rappresentante della famiglia all’interno di questa lista. I suoi fusti zebrati sono unici, e uniti al portamento slanciato delle grandi foglie apicali la rendono davvero un pezzo unico in grado di arredare con eleganza e stile qualsiasi angolo della casa. È una pianta un pò capricciosa, ma anche questo fa parte del personaggio. Dovete corteggiarla, farla sentire a proprio agio e vedrete che vi ripagherà con una bellezza imperturbabile.
I prezzi qui sono un po’ più alti rispetto alle precedenti, causa dimensioni e tiratura (non si trovano facilmente in tutti i vivai).

Strelitzia Nicolai

Eccoci arrivati ai pezzi da novanta. Qui si parla di veri e propri Alberi, signore e signori!
La Strelizia Nicolai è decisamente il rappresentante più cool della sua famiglia. Perchè? Per via delle sue enormi foglie lucenti, molto simili a quelle di un banano. Ciò che la rende preferibile al banano è il portamento più ordinato, con le foglie che si sviluppano solo in due direzioni opposte tra loro. Certo anche i fiori che fa non sono male, eh!  Con le sue dimensioni (può tranquillamente raggiungere l’altezza del soffitto, se opportunamente rinvasata) è in grado di riempire un’intera parete, dando alla vostra casa l’aspetto di una vera giungla urbana! Prezzi altini, ma come detto, si tratta di una pianta che può diventare un albero, e quando lo vedrete in vivaio non riuscirete a togliergli gli occhi di dosso.

Ficus Lyrata

Ed eccolo, Sua Magnificenza Ficus Lyrata! Negli ultimi anni si è conquistato il ruolo di maggior rappresentante della sua categoria a discapito dei noti parenti Ficus Elastica e Ficus Benjamin. Il motivo sono le Foglie, incredibili foglie giganti a forma di violino; il tronco snello fa il resto. Ultimamente, il Ficus Lyrata va così tanto che alcuni marchi di arredamento ne vendono delle copie. E, si sa, quando ti fanno finto, vuol dire che sei davvero popolare! Piazzato in un angolo, con tanto spazio a disposizione e tanta luce indiretta, può fare un figurone in qualsiasi casa. Se volete un esemplare già un pò sviluppato siamo sui 50 euro, ma se ne trovano anche di piccolissimi, a prezzi più contenuti; vederli crescere sarà un piacere!


Considerazioni Finali

Sicuramente queste ora sono piante molto in voga, direi anche a ragione, vista la bellezza e le emozioni che sono in grado di suscitare. È quindi molto facile convincersi a comprarne un esemplare. Ma ricordatevi che sono comunque esseri viventi, e che hanno pur sempre bisogno di cure e attenzioni, chi più chi meno. Il consiglio quindi, in questo caso ancor più che in altri, è di fermarsi un attimo, valutare oggettivamente il luogo e le condizioni nelle quali potreste coltivare la vostra pianta  super cool, e solo allora agire. Le vostre capacità piantologhe non sono un problema, come spesso dico “potenzialmente, siamo tutti pollici verdi!”


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